Non è razzismo hanno solo paura di perdere clienti

ROMA – «Sono dati che preoccupano. Perché dimostrano che in Italia le discriminazioni dei lavoratori immigrati sono sensibilmente più alte che nel resto dell’ Europa. E che quindi c’ è ancora molto da fare». Giovanna Zincone è presidente del Forum internazionale ed

L’inchiesta: racket del lavoro nei cantieri

Operai che pagano per lavorare. Aziende che falsificano le buste paga. Caporali che reclutano manodopera clandestina. Accade a Milano, nel più grande cantiere d’Europa, quello della nuova Fiera. Nella girandola dei subappalti il lavoro nero sfugge anche al patto di legalità sottoscritto

Immigrati imprenditori una presenza in aumento

Secondo l’analisi della Confartigianato veneta, sui 2 milioni 194 mila stranieri in Italia il 13 per cento è imprenditore. In tutto 285 mila 352 persone; la presenza più numerosa è in Lombardia (63 mila 30) e nel Lazio (30 mila 859). Il

Azienda accusata di razzismo

Protestano per la disciminazione che le extracomunitarie, quasi tutte nigeriane, dovrebbero sopportare: «Si tratta – spiega Claudia Vatteroni, di Razzismo stop – di un provvedimento a sfondo razziale in quanto il trasferimento è stato disposto solo per le lavoratrici straniere. Alla base

Corsica, il posto è etnico di Anna Maria Merlo

PARIGI – Riunione d’emergenza a Matignon, convocata dal primo ministro Jean-Pierre Raffarin per affrontare la nuova «questione corsa»: un accordo sindacale, firmato dopo due settimane di blocco dei traghetti della società pubblica Sncm, che prevede di «riequibrare» i dipendenti a favore di

Miliardi di euro

Il flusso di capitali in uscita dall’Italia sotto forma di rimesse degli immigrati è di 2,6 miliardi di dollari. Con questi numeri, l’Italia è all’ottavo posto nella classifica mondiale delle nazioni dalle quali partono somme di denaro verso paesi in via di

Clandestino? Puoi lavorare

«L’assunzione per un’attività lavorativa di carattere non stagionale di un solo straniero irregolare non rientra nella fattispecie incriminatrice». Con questa motivazione un giudice del tribunale di Conegliano ha prosciolto la titolare di una palestra di Vittorio Veneto che aveva alle proprie dipendenze