di Pietro Gigli KHARTOUM AKhartoum, non lontano dall’aeroporto e dal quartiere delle ambasciate, c’è l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr). Lì davanti uomini donne e bambini, circa una quindicina, aspettano che qualcosa succeda e che possa così finire l’incubo
di Cinzia Gubbini Le espulsioni degli immigrati che nelle ultime settimane hanno preso d’assalto le enclaves spagnole di Ceuta e Melilla sono iniziate: ieri dalla frontiera algerina di Oujda 180 senegalesi sono stati imbarcati su un aereo e spediti indietro. Altri aerei
Il muro di Melilla, le acque di Lampedusa. Un’umanità disperata bussa alle nostre porte e ad attenderla trova spesso, troppo spesso, Muri di ostilità; barriere non solo fisiche ma mentali. Il Mediterraneo non deve trasformarsi in un abisso di inciviltà. In gioco
«I disperati di Melilla sono solo l’avanguardia sofferente, senza speranza, dei due milioni di diseredati del Nord Africa e dell’Africa subsahariana che premono ai “cancelli” dell’Europa. Un fenomeno destinato a crescere nei prossimi mesi». A parlare è Angelo Del Boca, uno dei
Anna Maria Merlo Parigi – La Commissione di Bruxelles ha inviato ieri mattina una missione «tecnica» a Ceuta e Melilla, con funzionari della nuova Agenzia europea alle frontiere, per cercare di valutare l’ampiezza dell’immigrazione che passa attraverso il Marocco con l’obiettivo di
Stefano Liberti Uomini e ragazzi feriti, bambini, donne incinte senza acqua né viveri, lasciati nel mezzo del deserto a pochi passi dal confine con l’Algeria. Non hanno nulla con cui ripararsi dalla rigida notte del Sahara; per la sussistenza possono solo sperare
«La situazione è tragica. Non solo ci sparano addosso, ma hanno cominciato a rimpatriarci verso il Sahara». Al telefono da Rabat, la voce del nigeriano Peter trema dalla paura. «Vivo rintanato in casa, col terrore di essere acchiappato e spedito chissà dove»,
Per la quinta volta consecutiva nell’ultima settimana, all’alba del 6 ottobre, circa 1.000 immigrati subsahariani armati di scale di legno rudimentali hanno tentato di scavalcare la doppia recinzione che separa la città spagnola di Melilla dal territorio marocchino. Il tentativo è stato
Incastonate in territorio marocchino, Ceuta e Melilla alzano le barriere contro i migranti. E il governo spagnolo invia nuovi soldati Ceuta – Il sogno dell´Europa sta nascosto lì dietro, oltre quel canneto. Si lascia guardare senza vergogna: case ben dipinte, strade asfaltate,
Ceuta e Melilla: le porte serrate dell’Europa sull’Africa
Un rapporto di MSF sull'immigrazione in Marocco