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A Melilla un altra vittima della Fortezza Europa

Migrante muore cadendo dalla rete al confine. Altri 100 internati

La guerra ingaggiata dall’Europa contro i migranti può contare, da ieri sera, un’altra battaglia: questa volta è avvenuto a Melilla, l’enclave spagnola in terra marocchina già teatro di tragici tentativi da parte di migranti africani di entrare nella Fortezza direttamente dal suo scomodo vicino, l’Africa.
I fatti: usando le parole dell’ANSA (1), ieri mattina circa 200 subsahariani hanno “tentato l’assalto” all’enclave spagnola confinante con il Marocco. Uno di loro è morto, cadendo dalla rete di 6 metri posta a protezione della frontiera. Un centinaio sono riusciti a entrare, ma sono stati subito rinchiusi in un centro, in attesa di essere ritrasferiti al di là del confine.
Melilla è, insieme a Ceuta, territorio di sovranità spagnola in terra marocchina dal 1500, retaggio di quell’odioso colonialismo che tanto si fa pagare sulla pelle degli africani ma troppo poco brucia su quella europea, vista l’ostinità degli iberici di mantenervi un porto franco e una meta turistica, nonostante la pesante anacronicità e il violento significato.
La cronaca della tragedia dei migranti in queste terre riporta al 2005 (2), anno in cui si registrarono decine di tentativi di ingresso in terra spagnola, messi in atto da centinaia di migranti, di cui 6 morirono per mano della polizia. In seguito a questi fatti, il governo Zapatero stanziò 33 milioni per la costruzione di una terza barriera, lunga 11 km e alta 6 metri, dotata di filo spinato e lame taglienti per dissuadere i migranti dal tentare la scalata. Dai rapporti di Medici senza Frontiere e Amnesty International si apprese di respingimenti nel deserto di migliaia di uomini e donne, di città sotto assedio, di internamenti arbitrari nei campi appositamente allestiti per detenere e in seguito allontanare chiunque avesse tentato “il salto”.
Melilla, “lo sporco segreto d’Europa” (3), divenne quindi simbolo dell’eterna tragedia che coinvolge chi voglia cercare un’altra vita fuori da quel continente nero per anni svuotato da un colonialismo politico, economico, culturale di cui questa città rimane bandiera.
Nel 2007, in seguito a numerose polemiche, le lame vennero rimosse; oggi quelle lame bestiali, simbolo della perdurante violenza coloniale, sono in procinto di essere ripristinate. Che sia per mezzo di una rete spinata o di un mare militarizzato, l’Europa non cessa di respingere deliberatamente chi si affaccia ai suoi confini meridionali.


(1) http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/11/05/Spagna-assalto-200-migranti-Melilla_9570140.html
(2) Si vedano i numerosi articoli pubblicati tra il 2005 ed il 2007 anche su meltingpot.org.
(3) http://www.theguardian.com/world/2010/apr/17/melilla-migrants-eu-spain-morocco