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A Briançon volontari e migranti occupano la stazione: “servono soluzioni di alloggio”

Des migrants et des bénévoles occupent la gare de Briançon pour demander des places d'hébergement. Crédit : Tous migrants

Da domenica 8 aprile, migranti e volontari dell’associazione Refuge Solidaire occupano la stazione ferroviaria di Briançon, nelle Hautes-Alpes, non lontano dal confine italiano.

Infomigrantes ha incontrato i solidali e racconta in un articolo la situazione e le motivazioni che hanno spinto i volontari assieme ai migranti a utilizzare la stazione come dormitorio: “Chiedono soluzioni di alloggio per le dozzine di persone che arrivano ogni giorno dall’Italia“.

Durante l’inverno, Refuge Solidaire, ha prestato soccorso ai migranti che avevano attraversato il confine a piedi nella neve. I volontari sospettavano che l’arrivo della primavera e il ritorno delle temperature più calde avrebbero aumentato il numero di tentativi di attraversamento e quindi il rischio di maggiori pericoli ma anche di arrivi in Francia. “Cinquanta persone sono arrivate ieri mattina, questa sera forse 20“, dice Catherine Clemenceau, volontaria al Refuge Solidaire. “L’aumento degli arrivi è un fatto concreto“.

L’associazione, i cui locali possono, in teoria, ospitare solo 15 persone, ha dovuto ospitare fino a 80 persone questo fine settimana. La parrocchia ha aperto una stanza per ospitare due giovani donne e i loro quattro figli e il municipio uno spazio per minori vicino alla stazione di polizia, ma la soluzione è tutt’altro che sostenibile.

Lo sciopero ferroviario, iniziato domenica, non ha aiutato. “Le persone non possono andarsene in treno“, ha detto Alain Mouchet, un altro volontario.

Per mesi, Refuge Solidaire ha cercato di convincere il municipio di Briançon e i comuni circostanti ad aprire strutture ricettive. Alcuni posti sono stati aperti ad Argentière-la-Bessée e Guillestre (due piccole città intorno), dice Catherine Clemenceau, ma questo non è stato sufficiente.

Sul versante del confine italiano, dallo scorso 25 marzo, intanto, gli attivisti di Briser les frontieres continuano l’occupazione dei locali seminterrati della parrocchia di Clavière; lo spazio è “un punto di partenza per percorsi di lotta organizzati e condivisi con chi la frontiera la affronta ogni giorno“.

Nonostante i tentativi di criminalizzazione delle persone solidali, nonostante i dispositivi di controllo e respingimento dei migranti da parte della polizia di frontiera francese e italiana, le pratiche solidali nelle loro molteplici forme non arretrano e rimangono l’unica forma di resistenza al regime del confine e alla sua brutalità.