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Una tranquilla settimana di sgomberi e ipocrisia

Chi ricorda le finte lacrime e i silenzi poco sinceri dei potenti d’Europa, riunitisi a Bruxelles in tutta fretta dopo l’ultima, evitabilissima, tragedia nel Mediterraneo? E le celebrazioni in pompa magna nei confronti di Federica Mogherini, eroina nazionale del famoso “piano in dieci punti” che il Consiglio avrebbe dovuto votare “a maggioranza” e del quale non rimane ora che una missione militare contro i migranti?

Si è citato il Vangelo a Montecitorio e si sono sprecati fiumi di parole sulle responsabilità della politica nei confronti di chi fugge da guerre e miseria. Matteo Renzi, sul piccolo schermo, si è addirittura assunto l’impegno di recuperare i corpi degli affogati nel Canale di Sicilia lo scorso 18 aprile.

Ma spenti i riflettori dei talk shows istituzionali, tutto peggio di prima: mai come la scorsa settimana si è infatti palesata l’ipocrisia dei governanti europei. E questo perché l’Europa è un subcontinente fondato sugli egoismi nazionali, in un momento storico nel quale il solo parlare di migranti equivale al suicidio elettorale; ma soprattutto in cui la gestione emergenziale delle migrazioni e la militarizzazione dei confini sono diventati mercati altamente profittevoli.

Succede così che centinaia di persone si trovino costrette ad ammassarsi nelle stazioni e dormire su fogli di cartone se in Germania si riuniscono i grandi dell’economia; a passare la notte sugli scogli se la Francia chiude illegalmente la frontiera o a sostare dentro negozi dalle pareti di plexiglas se il sindaco della città più ricca d’Italia non sa che pesci pigliare.

Il tutto rifinito da situazioni aberranti, nelle quali la gestione ultraliberista dei profughi ha raggiunto livelli farseschi: come a Torreglia, in provincia di Padova, dove furgoni dai vetri oscurati hanno trasportato un numero imprecisato di migranti dentro le mure videosorvegliate di un’enorme villa (il cui proprietario riceverà equo compenso), e dove i vigili urbani hanno inscenato una rocambolesca caccia ai migranti fuggitivi.

Nel mentre giovedì, venerdì, sabato e domenica a Roma, Milano, Ventimiglia e Catania (in concomitanza con l’annuncio della nuova sede di Frontex) gli sgomberi delle forze dell’ordine hanno dimostrato, ancora una volta, con che mezzi oggigiorno si usa mantenere ordine e decoro nelle città italiane. Anche perché è iniziata l’estate e il Belpaese non può certo permettersi di finire come l’isola di Kos, dove migliaia di profughi hanno disturbato le tanto agognate vacanze della classe media britannica.

Dove non ci sono “bivacchi”, poi, come nel piccolo comune di Anzola, vicino Bologna, la settimana scorsa si è sgomberato ugualmente anche se in maniera molto più discreta. Tre famiglie di origine marocchina sono state infatti sfrattate dalle rispettive case sociali senza che l’amministrazione, a guida PD, offrisse loro alternative diverse dal rimpatrio o dai portici bolognesi. E questo quasi in concomitanza con la votazione in Regione delle nuove regole per l’accesso alle case popolari, tra le quali è improvvisamente spuntato l’obbligo di avere almeno tre anni di residenza sul territorio.

Alla violenza del razzismo istituzionale, nei giorni passati ha fatto poi eco una vera e propria settimana dell’odio. Il fronte comune di quelli che “ce l’hanno duro” (con i deboli) non ha perso occasione per speculare sulla sofferenza dei migranti, annunciando incostituzionali tagli ai comuni e fantomatiche epidemie di scabbia. Tanti media nazionali e locali, a loro volta, hanno riproposto il solito concerto di “invasioni” e notizie lanciate senza ombre di ragionamento, alimentando il fuoco di un’intolleranza sempre più diffusa. Mentre sui social, a conferma di quanto delicato sia il periodo nel quale viviamo, hanno serrato le fila legioni di razzisti più che di imbecilli.

La settimana scorsa, insomma, abbiamo visto passare trent’anni di politiche del rifiuto concentrati in una manciata di giorni. Ma soprattutto abbiamo assistito al totale smascheramento della politica che, è bene dirlo, non ha mai seriamente voluto affrontare il dramma di chi si trova incastrato nelle maglie di un sistema economico criminale. Del resto come si può chiedere a chi un problema lo ha generato, e ogni giorno contribuisce a riprodurlo, di pensare una soluzione efficace?

Link utili:
I silenzi e le lacrime dei ministri europei
I centri di detenzione privati di Torreglia (video)
Sgomberi a Catania
Sgomberi a Roma (video)
Sgomberi a Ventimiglia
Reportage del Guardian su Kos
Reportage di Commonware su Anzola