Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

17 marzo 2018: Fermate gli sporchi accordi anti migranti dell’Unione europea

Appello del City Plaza Hotel di Atene per l’organizzazione di azioni comuni a livello europeo

Persone provenienti da tutto il mondo fuggono dalla guerra, dalla povertà, da torture, da persecuzioni etniche o religiose e dalla schiavitù, con la speranza di arrivare e stabilirsi in Europa. Ma anche all’interno dell’Unione europea le/i migranti affrontano condizioni terribili.

Invece di combattere le cause della migrazione, l’UE sta facendo tutto il possibile per impedire loro di arrivare. Esternalizza i confini attraverso patti con altri Stati, nel tentativo di tenere nascoste, lontano dal nostro sguardo le sofferenze delle rifugiate e dei rifugiati. Questi accordi, tesi a impedir loro di raggiungere il territorio europeo, rendono la loro situazione ancor più difficile nei Paesi di transito.

L’accordo del 2016 fra Unione Europea e Turchia è stato un primo esempio di questa strategia: alla Turchia vengono dati miliardi di euro dall’UE per trattenere le rifugiate e i rifugiati all’interno del Paese. Il denaro dell’UE, quindi, alimenta direttamente le politiche di guerra di Erdoğan, che hanno recentemente portato all’invasione di Afrin, nella Federazione Democratica della Siria del Nord, uccidendo finora decine di persone. Le/i migranti sono sistematicamente tenuti in centri di detenzione e deportati dall’UE alla Turchia senza neppure verificare le motivazioni per cui fanno richiesta di asilo.

Di conseguenza, molte meno persone riescono a raggiungere le isole greche del Mar Egeo, dove le condizioni di vita sono particolarmente terribili anche a causa dell’accordo che impedisce alle rifugiate e ai rifugiati di trasferirsi nella Grecia continentale. Sono costretti a rimanere in “hot spot” sovraffollati dove le richieste di asilo vengono sistematicamente respinte, avendo a disposizione poche risorse di cibo, di acqua, di elettricità, e in cattive condizioni sanitarie. Le persone che sono nelle isole hanno ripetutamente dato voce al loro disagio e scontento attraverso proteste, rivolte e scioperi della fame.

Anche in Libia ogni giorno le/i migranti vengono imprigionati in centri di detenzione privati, torturati e venduti come schiavi.
Soffrono per l’estremo sfruttamento e per le violenze cui vengono sottoposti. L’UE sta finanziando l’espansione di questi centri di detenzione.
Nel frattempo, implementando gli accordi di Malta, l’Europa sta addestrando e supportando tecnicamente la “Guardia costiera” libica affinché conduca cosiddette “operazioni di salvataggio” che sono in realtà respingimenti in Libia.

Nelle enclaves spagnole di Ceuta e Melilla, le/i migranti sono illegalmente e direttamente rimandati in Marocco. I finanziamenti dell’Unione Europea sostengono abusi, percosse e uccisioni perpetrate dalle polizie marocchina e spagnola. Chi cerca di raggiungere il continente spagnolo affronta un viaggio che costituisce una minaccia per la propria vita. In Spagna le rifugiate e i rifugiati sono abitualmente intrappolati in centri di detenzione in cui sono potenzialmente prigioniere/i.

I patti citati, tuttavia, non sono i soli accordi esistenti; altri simili, stretti con altri Stati e regimi come l’Eritrea e il Sudan sono già stati implementati o pianificati.

Anche all’interno dell’UE la cosiddetta gestione della migrazione sta costantemente procedendo; il 2017 ha visto la costruzione continua di ulteriori barriere e l’intensificazione dei controlli alle frontiere nei Balcani. Nuove recinzioni sono state erette in Bulgaria, dove il leader di destra Krasimir Karakachanov spinge le forze militari ad agire contro le/i migranti. La Germania, l’Austria, la Svezia e altri Paesi europei continuano a deportare persone in Afghanistan nonostante i persistenti bombardamenti che avvengono nel Paese, e stanno introducendo nuove misure per deportare anche le/i minori in Marocco.

Nel frattempo, il Regolamento di Dublino sta costringendo a forza le/i migranti a rimanere nei Paesi che si trovano alle frontiere dell’UE, o li sta costringendo a tornarvi. Continuando ad applicare pratiche inumane di deportazione all’interno dell’Unione europea si perpetuano politiche di esclusione e oppressione.

Tutto ciò, tuttavia, non passa inosservato: continuiamo a lottare contro tutte le forme di razzismo anti migranti dell’Unione Europea, contro gli sporchi accordi e le loro conseguenze mortali!
Le politiche anti migrazione dell’UE hanno molti aspetti, mostriamo le loro connessioni e uniamo le nostre lotte!

In occasione della Giornata Internazionale Contro il Razzismo, e dei due anni trascorsi dalla firma dell’accordo UE-Turchia, il 17 di marzo torneremo nelle strade!

Unitevi a noi per lottare insieme contro il regime delle frontiere dell’UE e per un mondo senza nazioni e confini!
Agite ovunque voi siate, e prendete parte a questa giornata internazionali di azione!
Lottiamo contro il regime criminale della Fortezza Europa!
Fermiamo il finanziamento dell’UE alla schiavitù in Libia!
Fermiamo gli sporchi accordi sulla migrazione dell’Unione Europea!
Fermiamo la guerra alle/ai migranti!
Lottiamo per la libertà di movimento e per passaggi sicuri!

#OpenTheIslands!
Refugee Accommodation and Solidarity Space City Plaza