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Visita guidata al CPT di Lampedusa.

La nostra redazione ancora attende risposta per la visita al CPT di Gradisca.

Il restyling dei centri di permanenza temporanea, voluto dal governo di centro sinistra, ha avuto inizio da Lampedusa. Ieri infatti si è svolta la visita al Cpt dell’isola, organizzata dal ministero dell’Interno, a cui hanno partecipato il sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, la portavoce dell’Unhcr, Laura Boldrini, il capo del Dipartimento immigrazione e libertà civili, prefetto Mario Morcone e una trentina di giornalisti.
Un centro ridipinto, rimesso a nuovo a cui è stato tolto – come sottolineano i giornali – il filo spinato, in attesa che il nuovo CPT ora in fase di costruzione ne prenda il posto.

La direttiva del ministero dell’Interno emanata il 24 aprile scorso stabilisce che “I giornalisti, con i fotocineoperatori che li accompagnano, potranno accedere ai Centri sulla base di un’autorizzazione che sarà rilasciata dai Prefetti, sentiti gli enti gestori delle strutture interessate”. E’ giusto ricordare che questo era il meccanismo stabilito con la legge Turco-Napolitano, che i CPT li ha istituiti.

Anche noi, come redazione di Melting Pot, abbiamo fatto richiesta di entrare in un CPT per mercoledì 23 maggio, attraverso un appello pubblicato sul nostro sito rivolto ai giornalisti e agli organi d’informazione. La visita dovrebbe svolgersi presso il centro di permanenza di Gradisca D’Isonzo (Go) ma, nonostante il sito del ministero dell’Interno scriva “I Centri per gli immigrati aprono le porte alla stampa”, abbiamo la sensazione che quelle porte forse rimarranno chiuse.…Sono passati ben 11 giorni e non siamo ancora riusciti a ricevere nessuna risposta dalla Prefettura di Gorizia. Staremo a vedere come andrà a finire.
La struttura di Gradisca (simile ad un carcere di massima sicurezza) fa parte della lista dei centri da ristrutturare, mantenendo comunque gli altri standard anti-evasione. Qualcuno sostiene che questo possa avvenire attraverso l’uso di vetri antisfondamento al posto delle gabbie.

Rimane il fatto che, ristrutturazione o meno, il concetto della detenzione amministrativa per i migranti senza permesso di soggiorno, non viene messo molto in discussione dalla riforma Amato Ferrero, riforma che vedrà la luce a fine 2008 o addirittura nel 2009.
Nel frattempo rimarrà in vigore la legge Bossi Fini.

Una domanda sorge spontanea data la situazione di stallo. Perché il governo, visto che per la riforma si dovrà attendere ancora diverso tempo, non emana delle direttive che modifichino fin da subito i punti più critici della Bossi Fini, come per esempio l’abolizione del contratto di soggiorno?

Vai alla galleria fotografica “Lampedusa, il Cpt apre le porte” (tratta da repubblica.it)

Milena Zappon, Melting Pot