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Emergenza nord africa – Napoli, riflessioni dopo i fatti del 25 ottobre.

L'intervento del Laboratorio Occupato Insurgencia dopo la rivolta dei richiedenti asilo dello scorso 25 ottobre.

Un atto premeditato, una violenza a freddo che ci lascia sconcertati. […] L’azione di oggi non può dirsi dettata dalla rabbia del momento, ma ci sembra piuttosto un atto irrazionale e premeditato […]”. Sono queste le parole contenute nel comunicato stampa del Questore di Napoli Luigi Merolla a commento degli incidenti avvenuti il 25 ottobre scorso all’ingresso dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Napoli, quando alcuni migranti hanno dato vita ad una forte protesta contro l’assoluta mancanza di informazione sul rilascio dei permessi umanitari. Una trentina i ragazzi protagonisti degli scontri con gli agenti di polizia, tutti provenienti dal Mali, in cinque sono stati arrestati, previsto per il giorno 26 il processo per direttissima. Vivono a Melito, una cittadina dell’hinterland napoletano, in un albergo. Rientrano anche loro in quella che è conosciuta come l’ “Emergenza Nord Africa”, il presunto sistema di protezione che mise in piedi il governo Berlusconi, un Commissariamento Straordinario per accogliere i profughi in fuga dal conflitto libico.

In Campania, l’Ente Attuatore del Commissariamento è l’Assessore regionale alla Protezione Civile Edoardo Cosenza che, insieme alla Sala Operativa Regionale della Protezione Civile, ha gestito sin dal primo momento l’accoglienza e l’ospitalità dei migranti arrivati sul territorio. Circa 2500 persone, la maggior parte nella città di Napoli, circa 8oo nella sola zona di Piazza Garibaldi. Ha scelto gli alberghi l’Assessore Cosenza per dare la migliore sistemazione possibile a queste centinaia di persone scappate da una guerra in cui entrambe le fazioni in conflitto li riconosceva come nemico, per dare ospitalità a quanti sono sopravvissuti a viaggi disperati in mare, che hanno affrontato l’inferno di Lampedusa e dei vari centri di “accoglienza” temporanea che il governo istituì in diverse parti d’Italia quasi due anni fa. Poi gli alberghi. E dopo gli alberghi il silenzio e l’abbandono.

Non è mai stato davvero chiaro in che modo l’Assessore Cosenza abbia gestito i rapporti con Federalberghi, quando non direttamente con i singoli albergatori. Quello che è stato chiaro sin dall’inizio è che i profughi hanno potuto contare solo sul posto letto, null’altro!
Pur avendo ufficialmente affidato ad una cooperativa il servizio di mediazione ed assistenza, di fatto i migranti ospitati negli alberghi sono stati completamente abbandonati. In più di un anno e mezzo sono mancati completamente i servizi principali di assistenza ai richiedenti protezione internazionale, l’orientamento sanitario, la mediazione culturale, l’accoglienza linguistica, la tutela legale, l’orientamento alle Commissioni Territoriali. Pochissimi gli STP (Tesserino Sanitario Provvisorio) ufficialmente rilasciati, moltissimi i migranti, anche con gravi patologie, rimasti per settimane senza alcun tipo di assistenza medica. Praticamente assente la distribuzione di farmaci. Pochissime le consulenze legali, moltissimi i dinieghi fioccati negli ultimi nove mesi negli alberghi della città. Sempre identici e di pessima qualità i pasti erogati (menù unici e ripetitivi di settimana in settimana), praticamente inesistente la possibilità di acquistare il cibo per proprio conto. Nei primi mesi di accoglienza, infatti, a quasi tutti gli “ospiti” furono distribuiti “pocket money”, dei buoni da spendere in diversi esercizi commerciali convenzionati per acquistare i generi più diversi, dal latte alle sigarette. 2,50 euro il valore di ogni buono. 25 buoni in ogni blocchetto. Peccato però, che i buoni sono arrivati in maniera assolutamente discontinua, con intere settimane di mancata distribuzione; peccato che erano pochissimi gli esercizi commerciali convenzionati e quei pochi che sapevano di esserlo (altro paradosso) si trovavano quasi sempre nei punti opposti della città rispetto agli alberghi. Già, peccato che, senza soldi, senza un abbigliamento adeguato (considerato che gli abiti di ricambio e per l’avvicendamento delle stagioni sono stati distribuiti sempre poco e male), senza lavoro, senza conoscere la lingua italiana, senza documenti, molti migranti hanno cominciato a dedicarsi all’accattonaggio, allo spaccio, alla prostituzione, soprattutto maschile.

In molti sul territorio hanno provato ad affrontare questa situazione, a tutelare i diritti violati di queste persone, ad alleviare lo stato di abbandono. Collettivi, attivisti, movimenti antirazzisti, associazioni di volontariato, mediatori culturali, operatori sociali, sindacati, volontariamente e spontaneamente hanno messo in piedi una rete territoriale importante di supporto. A fatica e dal basso sono stati costruiti tutti quei servizi che avrebbero dovuto essere invece garantiti dalla struttura commissariale. Consulenze legali per affrontare i colloqui alla Commissione Territoriale, corsi di italiano, attività ricreative, momenti di aggregazione, una costante attività di denuncia delle pessime condizioni di vita, il sostegno costante anche sul territorio cittadino e regionale alla campagna Libertà di Scelta promossa da Meltingpot per il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario per tutti i profughi dell’Emergenza Nord Africa, unica vera e possibile soluzione per uscire dall’emergenza e provare a gestire in ordinarietà la presenza di queste persone nel paese.

Non sempre per loro è stato possibile raggiungere tutte le strutture di accoglienza sparse nella regione, non sempre è stato facile riuscire a comunicare con quanti vi erano ospitati, non sempre è stato facile entrare negli alberghi, troppo spesso sono stati malamente allontanati dagli albergatori, troppo spesso è stato loro impedito di avvicinare i rifugiati, nessuna struttura di supporto è stata messa loro a disposizione a livello istituzionale, troppo spesso l’Ente Attuatore regionale ha ignorato le denunce di inadempienza e la violazione troppo frequente di ogni più elementare forma di accoglienza. Soprattutto con l’avvicinarsi del prossimo 31 dicembre.

È questa, infatti, la data indicata dall’attuale governo in cui cesserà l’attività del Commissariamento Straordinario. A partire dal I gennaio le migliaia di profughi ospitate finora in tutto il paese non avranno, in sostanza altro posto dove andare. A poco servirà la sollecitazione che sta arrivando agli Enti Locali di potenziare i posti inseriti nello SPRAR (il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). A poco è servita la decisione, arrivata quasi fuori tempo massimo, di concedere loro un permesso di soggiorno per motivi umanitari, visto che a tutt’oggi non sono chiare neanche le modalità con cui questo permesso dovrebbe essere richiesto e rilasciato.

Sì, probabilmente quanto è successo a Napoli il 25 ottobre era effettivamente un atto premeditato… in un anno e mezzo di abbandono.

Laboratorio Occupato Insurgencia