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Gambia e Senegal: Save the Children, rischio di emergenza umanitaria. Decine di migliaia di bambini sono già sfollati

Decine di migliaia di bambini sfollati dalle loro case a causa delle violenze politiche in atto in Gambia stanno per riversarsi in ospedali, scuole e altri servizi pubblici nelle aree di confine tra il Paese e il Senegal. Questa la denuncia di Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuoverne i diritti, che lancia l’allarme sul rischio di un’emergenza umanitaria su entrambi i lati del confine tra i due paesi.

Le tensioni in Gambia sono cresciute all’inizio dell’anno, nonostante il Segretario Generale entrante delle Nazioni Unite abbia chiesto ai cittadini, ai governi e ai leader politici un sforzo per superare le differenze e mettere la pace sopra ogni altro obiettivo. Secondo le stime delle Nazioni Unite circa 50.000 persone, nella grande maggioranza donne e bambini, hanno già lasciato i principali centri urbani del Gambia per raggiungere il confine del paese verso il Senegal. “Si tratta di bambini in fuga che si stanno spostando verso un’area dove i servizi pubblici e le strutture sanitarie sono già messe a dura prova”, spiega Bonzi Mathurin, Direttore di Save the Children in Senegal.

Alcune scuole che in Gambia avrebbero dovuto riaprire il 9 gennaio, sono invece rimaste chiuse e molti genitori hanno troppa paura di far frequentare quelle rimaste aperte ai loro figli. Un numero significativo di scuole hanno consigliato ai genitori di tenere a casa i propri figli fino a nuovo avviso. Molti bambini del Gambia si sono iscritti a scuola in Senegal, dove però viene insegnato il francese e non l’inglese come avviene in Gambia.

Gli ultimi dati forniti dal governo indicano che circa 26.000 persone hanno già attraversato il confine tra il Senegal e il Gambia dopo le elezioni, aumentando la pressione sulle comunità locali di questa area. “La migrazione tra il Gambia e il Senegal è stata sempre relativamente fluida, poiché molte persone che vivono in quest’area hanno membri della loro famiglia su entrambi i lati del confine. Tuttavia questo movimento improvviso e massiccio di persone potrebbe sopraffare i servizi pubblici, che stanno già combattendo per affrontare un’emergenza umanitaria”, spiega ancora Mathurin. “Durante gli spostamenti di massa delle persone, i bambini sono quelli più vulnerabili, perché perdono l’ambiente protetto della scuola, della famiglia e della comunità. In questi casi aumenta il rischio di violenze di genere, di mutilazioni genitali femminili e di matrimoni precoci. I più piccoli sono inoltre quelli più esposti a malattie mortali come la diarrea e la malaria, quando le strutture sanitarie non funzionano come dovrebbero. Per questo motivo è fondamentale fare in modo che questi bambini possano avere accesso ai servizi di base in questo periodo difficile”.

Le strutture sanitarie in Gambia sono ancora in funzione, ma la maggior parte dei medici stranieri hanno lasciato il paese, aumentando la pressione sulle strutture sanitarie pubbliche. Secondo l’Associazione dei Medici e Dentisti del Gambia, il sistema sanitario del paese non sarebbe in grado di far fronte a qualsiasi focolaio di violenza.

Save the Children ha messo in atto un piano di emergenza ed è pronta ad assistere la popolazione attraverso al distribuzione di aiuti in Senegal. L’Organizzazione è inoltre impegnata con i propri partner in Gambia e in Senegal per stabilire le aree che hanno maggiore necessità di intervento per raggiungere quelle dove è più urgente dare assistenza.

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[ 19 gennaio 2017 ]
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Africa e immigrazione, Minori
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