Ancora una volta il Centro di Permanenza Temporanea “Serraino Vulpitta” di Trapani conferma la sua natura repressiva che annienta la personalità, la dignità e la vita stessa degli immigrati reclusi. Un giovane tunisino ha tentato il suicidio solo pochi giorni fa, cercando di impiccarsi con un lenzuolo.
Apprendiamo dalla stampa locale che il gesto disperato è avvenuto dopo cinque giorni di sciopero della fame portati avanti dall’immigrato per protestare contro il suo rimpatrio. Il fatto è ancor più agghiacciante se si pensa che, dopo le cure mediche in ospedale, il ragazzo è stato ricondotto nel campo di internamento della nostra città.
Tutto questo è passato sotto il silenzio e l’indifferenza generali, con gli esponenti politici trapanesi di centrodestra e centrosinistra che si accapigliano nella giostra elettoralistica, mentre il vescovo Micciché lancia i suoi appelli per un voto etico e responsabile, e il sindaco Fazio continua nella sua opera di marketing per promuovere una Trapani sempre meno città e sempre più salotto buono dell’élite economica.
Nel frattempo il CPT “Vulpitta” ha rischiato di fare la sua ennesima vittima, come se non bastassero i morti del dicembre ’99, e gli innumerevoli casi di autolesionismo e tentato suicidio che si sono susseguiti in tutti questi anni.
Denunciamo con forza la gravità dell’accaduto e condanniamo senza mezzi termini l’indifferenza delle istituzioni e di tutta la classe politica cittadina che da anni fa finta di non vedere che a Trapani c’è un lager nel quale si consumano quotidianamente pesantissimi drammi umani come questo.
Per porre fine a questa vergogna che infanga Trapani e i trapanesi l’unico modo con cui procedere è la chiusura immediata del “Serraino Vulpitta” e di tutti i CPT, ovunque.
Coordinamento per la Pace – Trapani
coordinamentoperlapace[at]yahoo.it
Tentato suicidio al CPT di Trapani
Comunicato del Coordinamento per la Pace - Trapani
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