Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

A cura dell' Assemblea generale per il Coordinamento cittadino per i diritti dei migranti - Palermo

Cosa prevede in generale il DDL Bossi-Fini

Il DDL Bossi-Fini non è ancora in vigore, ma verrà approvato facilmente entro la fine di marzo se non si svilupperà subito una forte opposizione sociale delle associazioni italiane, delle comunità straniere, dei sindacati e di tutti i cittadini democratici.

Ecco le principali modifiche che verranno introdotte se il DDL Bossi-Fini verrà approvato.

Si ridurranno i canali di ingresso regolare in Italia abolendo le sponsorizzazioni per ricerca di lavoro individuali. Non sarà più possibile entrare in Italia con un permesso per “ricerca di lavoro” sulla base delle garanzie di alloggio e sostentamento offerte da un cittadino italiano o straniero residente in Italia.
I decreti flussi annuali che stabiliscono il numero di lavoratori immigrati che possono entrare in Italia assegneranno quote preferenziali a lavoratori di origine italiana fino al terzo grado di parentela.

Verra’ introdotto il contratto di soggiorno per motivi di lavoro. Sarà necessario stipulare prima di entrare in Italia un contratto di soggiorno per lavoro con il quale il datore di lavoro dovrà garantire l’alloggio e il pagamento delle spese di viaggio per il ritorno nel paese di origine alla fine del rapporto di lavoro. Il permesso di soggiorno per motivi di lavoro avrà una durata corrispondente a quella del contratto di soggiorno per motivi di lavoro e comunque non superiore a:

a) nove mesi per lavoro stagionale

b) un anno per lavoro subordinato a tempo determinato

c) 2 anni per lavoro subordinato a tempo indeterminato. Il lavoratore, anche se dipendente a tempo indeterminato, dovrà dunque rinnovare il permesso di soggiorno ogni due anni.
In caso di licenziamento si ridurrà da 12 a 6 mesi il periodo minimo di iscrizione nelle liste di collocamento.

Aumenteranno le espulsioni esecutive. Aumenteranno i casi in cui l’espulsione sarà immediatamente esecutiva con accompagnamento immediato alla frontiera. Verrà in questo modo negato di fatto il diritto alla difesa. Contro il decreto di espulsione sarà possibile fare ricorso solo nel paese di origine entro 60 giorni dall’emanazione del provvedimento.

Raddoppiera’ il divieto di reingresso. Chi riceverà un decreto di espulsione non potrà più rientrare in Italia per 10 anni. L’immigrato colpito da un’espulsione giudiziaria o che dopo aver ricevuto un’espulsione amministrativa rientrerà in Italia per la terza volta verrà punito con una reclusione da uno a quattro anni.

Si prolunghera’ il trattenimento nei centri di detenzione. L’immigrato potrà essere trattenuto nel centro di detenzione per un periodo di 60 giorni (invece di 30 giorni con l’attuale legge).

Sara’ piu’ difficile prendere la carta di soggiorno. Il periodo di residenza necessario per ottenere la carta di soggiorno viene aumentato da 5 a 6 anni.

Sara’ ridotto il diritto al ricongiungimento familiare. Sarà possibile solo il ricongiungimento del coniuge, dei figli minori e dei genitori a carico solo se questi non hanno altri figli.

Verra’ cancellato il diritto di asilo. L’introduzione di una procedura semplificata per la domanda di asilo impedirà ai richiedenti asilo di ricevere assistenza legale e di supportare la propria domanda. Nella maggior parte dei casi, verrà predisposto il trattenimento dei richiedenti asilo nei centri di detenzione per i 60 giorni disposti dalla legge.