Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Gazzettino di Treviso del 19 febbraio 2003

Treviso – Ecco gli “sportelli degli invisibili”

Per fornire assistenza e consulenza legale agli extracomunitari

“Sportelli degli invisibili”, in grado di aiutare in modo concreto gli immigrati che quotidianamente si trovano a necessitare di assistenza e consulenza legale. E’ questa la nuova iniziativa proposta da M21, comitato con sede in via Zermanese 28 (referente: Sergio Zulian , 0422-403535), riunitosi ieri pomeriggio presso il padiglione occupato di S. Artemio.
A confrontarsi, diverse etnie di migranti, con i medesimi problemi: gli affitti stellari, le conseguenze della Bossi-Fini e la guerra, che rischia ora di scatenare una spirale di odio contro qualsiasi straniero. Hanno raccontato la propria esperienza Djiali, lavoratore a Villorba, che ogni mese paga 826 euro di affitto; Miloud Mohufine che, sfrattato da Borgo Venezia, ha occupato il duomo perché rifiutava la sistemazione in albergo; Abdelghani Moustaid, che ha ricevuto un alloggio Ater A S. Bona, perché riconosciuto in stato di necessità.

Storie diverse, legate alla città di Treviso e ai trevigiani, che fino a pochi decenni fa erano anch’essi migranti, ma che oggi spesso si chiudono in un atteggiamento di odio.

“Qua non si fa niente – ha commentato Sergio Zulian – nessun centro di accoglienza, nessuna politica sulla casa: si cerca solo la violenza. Un bambino che la scorsa estate si è visto buttar giù la casa di Borgo Venezia è ovvio che tra qualche anno vorrà vendicarsi: noi invece vogliamo costruire la pace, ottenendo nulla più del diritto fondamentale ad una casa e una dignità per ciascuno, anche straniero”.

A Sant’Artemio, oggi, vivono circa quaranta persone, di diverse etnie, così come vicino alla Cadoro, all’ex Croce Rossa, a S. Bona, presso la stazione. Tutti lavorano, ma con la nuova Bossi-Fini e la sanatoria si trovano spiazzati: mentre attendono il cartellino dallo Stato, non possono cambiare lavoro, e così spesso vengono sfruttati dai loro capi.

“Ma è una situazione che non può andare avanti, è giusto parlare, è giusto che diano loro qualcosa di stabile, un tetto sulla testa, un posto fisso per mantenere le loro famiglie. Non vorremmo che ora, in campagna elettorale, uscissero problemi come questa estate, solo per farsi propaganda sulla pelle dei migranti”, concludono quelli di M21.