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da La Tribuna di Treviso del 23 marzo 2003

Immigrati, tafferugli in prefettura

La polizia costretta a intervenire per calmare quattro rifugiati

Gli immigrati all’assalto della prefettura. Non per protesta, ma alla ricerca di un modo per restare in Italia. Ieri mattina erano in quattro, tutti centroafricani a chiedere insistemente i contributi previsti dai richiedenti asilo politico. Sono stati messi alla porta da due pattuglie della polizia, tra spintoni, pianti e urla. I quattro giovani non volevano andarsene e le loro proteste hanno sconvolto la quiete degli alti corridoi della prefettura e dell’ampia scalinata di entrata. Il fatto, che per fortuna non si verifica spesso, ha messo in allerta la lunga coda di immigrati che attendeva di accedere all’ufficio informazioni.
La prefettura, infatti, impegnata nelle operazioni di regolarizzazione della legge Bossi Fini, sta diventando meta quotidiana di extracomunitari alla ricerca di notizie sulla loro pratica. Ieri mattina erano quasi un centinaio alla porta in attesa di accedere all’ufficio informazioni. La fila si allungava in piazza dei Signori, sotto gli occhi critici dei trevigiani. Più di qualche anziano si è avvicinato al portiere del palazzo per chiedere spiegazioni. La tensione è aumentata quando i poliziotti hanno accompagnato fuori a forza i quattro che pretendendevano i contributi. «Cerchiamo di far capire che è inutile questa coda – spiega Sabina Madaro, della Prefettura – le pratiche arrivano da Roma, l’ufficio allestito alle Poste vicino alla stazione le prende in considerazione con ordine progressivo. Tutte queste persone però vengono a verificare a che punto è la propria pratica. Cerchiamo di dare risposta a tutti, ma l’afflusso sta diventando troppo alto».
Ieri mattina poco prima dell’apertura dell’ufficio informazioni la di protesta. I quattro giovani uomini, forse della Sierra Leone si sono presentati all’ufficio contributi per chiedere la diaria prevista per i richiedenti asilo politico. Il funzionario ha cercato di spiegare loro che i termini erano scaduti, ma i quattro non volevano andarsene e hanno cominciato ad urlare. E’ scattata subito la chiamata alla volante della polizia che è intervenuta immeditamente. I giovani sono stati spinti fuori a forza: uno di loro piangeva e si lamentava disperatamente. L’Italia, in quanto aderente alla Convenzione di Ginevra, prevede per i richiedenti asilo politico un permesso di soggiorno temporaneo senza possibilità di lavorare per la durata di 45 giorni, tempo previsto per valutare la richiesta da parte della commissione. In realtà il tempo necessario per esaminare la pratica è aumentato fino a un anno e mezzo. Per velocizzare i tempi si attendono le commissioni territoriali della Bossi Fini.

m.s.