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da Il Gazzettino di Treviso del 17 dicembre 2003

Effetto badanti, l’immigrazione cambia

Il rapporto Caritas: le donne sono aumentate del 50 per cento rispetto all'anno scorso

Una fotografia accurata del pianeta immigrazione con i suoi nodi, le ricchezze, i conflitti. Il dossier Caritas 2003 è stato presentato ieri in Casa Toniolo dal direttore don Bruno Cavarzan e dal responsabile di settore don Bruno Baratto, il quale ha pure integrato i dati della provincia di Treviso con quelli forniti da Questura, Prefettura e ministero per la Pubblica istruzione. Un lavoro certosino che permette di delineare un quadro realistico di ciò che effettivamente è la popolazione immigrata nella Marca, al di là dei luoghi comuni, degli slogan politici o delle immagini distorte create dai pregiudizi. “Il confronto con la realtà è indispensabile se vogliamo orientare, creare segni concreti, rispondere ai bisogni della popolazione, trevigiana e immigrata” dichiara don Cavarzan, auspicando un’analisi dei dati da parte di tutte le forze istituzionali, delle singole persone e delle comunità cristiane.

Il fenomeno immigrazione è ormai considerato stabile e non episodico dai demografi e nella nostra provincia ha assunto dimensioni consistenti: sono 42.906 i permessi di soggiorno in corso di validità ma a questa cifra vanno aggiunti i minori (iscritti sulle carte dei genitori) che si stimano attorno alle 6 mila unità; 2 mila è invece il numero stimato di permessi ancora in corso di registrazione o di rinnovo per un totale complessivo di oltre 50 mila stranieri, il 6 per cento della popolazione. Un dato impreciso per difetto, dal momento che mancano i “nuovi irregolari” diventati tali a causa di un permesso di soggiorno scaduto e non più rinnovato e dei clandestini che saltano i controlli alla frontiera (qualche migliaio).

E se i marocchini si confermano al primo posto assoluto, pur calando in percentuale, la vera novità del 2003 sono le donne, in aumento vertiginoso rispetto agli uomini: rispettivamente 17.469 contro 25.437; le donne sono aumentate del 50 per cento rispetto all’anno scorso, soprattutto ucraine, moldave, rumene. Siamo di fronte all’effetto badanti che emerge dalla recente regolarizzazione. Treviso ha prodotto 11.789 domande con un’incidenza bassa rispetto alla altre province venete. Di queste il 64,5 per cento sono state per lavoro subordinato e 35,5 per lavoro domestico con una percentuale pari a più del 475 per cento delle posizioni similari iscritte all’Inps. Il che signfica che si sono avute 4 domande di regolarizzazione per lavoratori domestici ogni lavoratore regolare.

Il lavoro risulta la motivazione più diffusa nella richiesta di permessi (più del 62 per cento), seguito dal ricongiungimento famigliare (oltre 27 per cento). Rarissimi studio, asilo politico, residenza elettiva. Una curiosità riguarda i motivi religiosi richiesti da un gruppo di indiani. Secondo l’Osservatorio economico se proseguiranno questi ritmi nel 2030 Treviso potrebbe diventare la prima provincia del Veneto con 1 milione di abitanti e su 9mila nati 3.700 sarebbero figli di donne immigrate. In ogni caso – secondo Baratto – si tratta di una realtà da governare evitando l’esasperazione delle situazioni limite.

Laura Simeoni