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Reggio Emilia – Clandestino per 10 anni

Dalla Gazzetta di Reggio del 25 Ottobre 2006

Clandestino per dieci anni: un lunghissimo periodo in cui il 37enne Joussef M. è sopravvissuto tra lavori in nero, ospite in case di connazionali sparse per la provincia.
L’odissea iniziata nel 1991 si è conclusa poco più di cinque anni fa quando ha sposato in Marocco una ragazza italiana. Ora la coppia vive in città con la figlia di tre anni nata a Reggio.
«Nella primavera del 1991 — ricorda — mi sono imbarcato su un cargo diretto a Livorno. Con me c’erano due dei miei fratelli. Siamo arrivati subito a Correggio, dove viveva un altro fratello, ma da lì ci siamo spostati sulla riviera romagnola per lavorare . Durante il giorno vendevamo i prodotti che ci dava un amico di mio fratello al quale poi consegnavamo l’incasso, all’alba aiutavamo i pescatori nel porto di Rimini. Dormivamo sulla spiaggia e mangiavamo dove capitava. Era una vita dura, ma è stato peggio quando siamo tornati qui».
Joussef con uno dei fratelli inizia infatti a lavorare in un cantiere. ln nero.
«Il lavoro non mancava mai, il problema era farsi pagare. Sono rimasto a Correggio per un anno e mezzo, poi quando abbiamo accumulato un po’ di soldi siamo ritornati a casa da mia madre e dalle nostre sorelle».
«Abbiamo fatto questa vita per tanto tempo . Rimanevamo qualche mese qui, a Correggio o a Toano dove avevo altri parenti, e poi tornavamo a casa».

«Quando ho iniziato a imparare la lingua ho iniziato anche a lavorare in alcune aziende ceramiche e per un certo periodo mi sono dato da fare lavorando in una stalla di San Michele, nel Modenese. Lì ho incontrato la donna che poi ho sposato. Abbiamo voluto fare due matrimoni: prima in Marocco e poi qui, in Comune.
Quando hai il permesso di soggiorno e non devi più nasconderti le cose diventano più semplici. Adesso lavoro in regola per un’azienda metalmeccanica di Cavriago».