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Ravenna – Le rivoluzioni al centro del Festival delle Culture

Dal 3 al 5 giugno dibattiti, concerti e spettacoli folcloristici da tutto il mondo

Gli eventi
Il Festival si apre il 3 giugno alle 16.30 presso il Museo Nazionale (dietro alla Basilica San Vitale) con esibizioni acrobatiche di parkour e dopo aver radunato i giovani della città in un corteo si prosegue fino all’Almagià attraversando il centro storico con esibizioni di break dance/hip hop, salsa, danze albanesi, filippine, kuduru, nigeriane, percussioni senegalesi, giocolerie, scenografie artistiche e alternative.
L’arrivo all’Almagià sarà accolto dal thé alla menta offerto dai giovani musulmani di Ravenna mentre verrà innalzata sul canale Darsena la Mongolfiera del Festival che volerà sulla città. Sempre davanti all’acqua, dopo una breve esibizione di capoeira, alle 19.30 è previsto lo spettacolo teatrale “Al di là del bene e del mare” di TetrOnnivoro. Nell’attesa del corteo dentro la grande tenda berbera allestita nella piazza dell’Almagià alle 18 la giornalista Angela Lano ci parla del suo libro Verso Gaza, come unica testimone italiana della Freedom Flotilla I.
Dopo un confronto sulla Tunisia delle migrazioni e delle rivoluzioni fra Mustapha Toumi del Centro islamico e l’attore del Teatro della Albe Alessandro Renda (ore 20) sul Palco dell’Almagià alle 21 ci sarà il concerto del Trio Fawda, il gruppo di gnawa rock del chitarrista marocchino Reda Zine. A seguire, preceduto dal mini-concerto della giovane band Apolide, alle 22.30 salirà sul palco il rapper italo egiziano Amir, fresco del suo sesto albun “Radio inossidabile vol. 2”. Con le sue storie di strada dalle periferie romane Amir sarà accolto dai rapper ravennati Il Lato Oscuro della Costa. A mezzanotte, è prevista una veglia con i rifugiati e i richiedenti asilo e le loro storie.
Sabato 4 giugno si apre alle 17 con uno spettacolo inedito: Simb o Faux Lion, un’animazione di strada molto popolare in Senegal, un rito di possesso e una danza inseguimento fra pubblico e “cattivi” leoni. L’animazione sarà seguita da un Sabar, il duello fra donne e tamburi, un classico per il Festival delle Culture. Numerosi i dibattiti della giornata: dopo un’incontro sui diritti delle donne, alle 18, nella tenda berbera, con Malika Hamidi dell’European Muslim Network e Paola Zappaterra di Orlando, ci si trasferisce nello spazio dibattiti lungo la Darsena dove alle 19, preceduto da una performance di teatro- danza a cura di CantieriDanza e Liceo Artistico, si parlerà della figura di Lawrence d’Arabia con Fanny&Alexander e Wu Ming 4. Seguirà un dialogo fra gli scrittori Milton Fernandez, Roberta Yasmine Catalano e il regista Marcello Bivona (ore 20), un incontro con il sociologo Aly Baba Faye e Mirella Rossi della Cgil sulla questione degli immigrati anziani e i rimpatri assistiti (ore 21) e infine Carlotta Mismetti Capua che ci parlerà della sua esperienza con i rifugiati afgani di Roma riportata nel libro “Come due stelle nel mare” (ore 22).
Sabato largo spazio alla musica. Alle 21.00, sul palco dell’Almagià, dalla Tunisia l’ensamble di Marzouk Mejri, con il suo inconfondibile stile musicale basato principalmente sulla musica tradizionale malouf (andaluso-tunisino). Seguirà il concerto dei 7 Denari, uno spettacolo di tammuriata musicale che racconta la Campania attraverso la simbologia del sette di denari. Nella tenda berbera alle 21 ci sarà invece una esibizione di canti religiosi dell’Islam e madih del gruppo El safae Anasheed.
Domenica 5 giugno si apre alle 16 con un susseguirsi di balli tradizionali dalla Nigeria a cura di otto diverse associazioni etniche. Alle 18, nella tenda berbera, il giovane autore siriano Shady Hamadi presenta il suo libro “Voci di anime” e ci parlerà della Siria e della sua rivolta. Restando sulle rivoluzioni alle 19, nel lungo Darsena, saranno intervistati da Giuseppe Masetti due partigiani: Lea Bendandi “Sultana” ed Emilio Molducci. Alle 20 si parlerà invece di Libia con Karim Bougaighis, Leyla Dauki e Giuliano Battiston. Stesso luogo seguiranno una tavola rotonda sulla progettazione partecipata in darsena (con Alberto Giorgio Cassani, Marina Mannucci, Ivano Mazzani, Piera Nobili e Fausto Piazza, ore 21), Luca Dubbini sul 700° anniversario del processo ravennate che abolì la tortura in Italia (ore 22), “La favola dell’abbecedario” del giornalista Daniele Barbieri e del regista Alessandro Taddei di Ponte Radio (ore 22.30). Sul tema invece della rivoluzioni arabe si potrà ascoltare l’intervento del professor Franco Cardini, alle 20.30, sotto la tenda berbera.
Dentro le artificerie Almagià alle 20 si potrà assistere ai balli tradizionali curati dall’associazione di filippini Mabuhay, cui seguirà la consegna del Premio all’intercultura città di Ravenna. Il concertone della serata, alle 21. 30, vedrà sul palco il grande musicista del Burkina Faso Gabin Dabiré accompagnato alle tabla dal maestro indiano Rashmi Bhatt e Guglielmo Pagnozzi ai fiati.
In chiusura del Festival, sullo specchio d’acqua della Darsena, i giovani di Generazioni in Movimento lanceranno in cielo un centinaio di mongolfiere luminose che portano la scritta “Restiamo umani”.

Le mostre
Due sono le mostre che correderanno il Festival delle Culture 2011. “Qui Emergency Palermo”, sotto il colonnato dell’Almagià, mostra di fotografie scattate da Mario Dondero al Poliambulatorio di Emergency a Palermo che dal 2006 presta gratuitamente assistenza sanitaria di base e specialistica alla popolazione immigrata con o senza permesso di soggiorno.
Dal 7 all’11 giugno, nella sala espositiva ex- tribunale, via D’Azeglio 2, ci sarà invece la mostra dei bozzetti del progetto “Un murales per Ravenna” a cura di Italia-Cuba . Si tratta di uno scambio culturale tra studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Ravenna e studenti della Escuela de Arte di Trinidad (Sancti Spiritus-Cuba). Gli studenti/artisti di Ravenna l’anno scorso sono stati a Cuba dove, assieme ai coetanei cubani, hanno costruito un mosaico con le tecniche del mosaico bizantino. Il tema è stato la figura di Ernesto “Che” Guevara in un opera dal titolo La Poderosa. In autunno studenti/artisti cubani verranno a Ravenna dove verrà istallato un murales con le tecniche dei murales cubani della provincia di Sancti Spiritus (Cuba). Il tema affrontato dagli artisti cubani è la Resistenza dalla quale è nata la nostra Costituzione.

Dedicato a…
Il Festival delle Culture 2011 è dedicato alla memoria di Vittorio Arrigoni. I muri delle città arabe, da Tunisi, al Cairo, a Beirut, a Baghdad e naturalmente a Gaza e Ramallah ormai riportano il nome di questo attivista della pace come martire della lotta per la dignità e la giustizia.
In realtà ogni evento del Festival è dedicato alla memoria di un poeta, un uomo di pace, un giornalista, un attivista per i diritti umani, un immigrato nella nostra città, caduti prima ancora di capire le ragioni della loro morte. Alla memoria di Mohamed Bouazizi che, dandosi fuoco, ha acceso tutte le rivolte, ad Ademir detto Dema Alfeu Federicci, il brasiliano difensore dei diritti, a Abraham Serfaty, militante e attivista politico del Marocco, a Kateb Yacine, partigiano algerino a 16 anni poi poeta e uomo di teatro, dissidente e libero, a Khaled Said, il giovane blogger torturato e ucciso dalla polizia di Mubarak, a Jerry Essan Masslo, rifugiato dal Sudafrica ucciso a Villa Literno nel 1989, a Lat Dior Ngoné Latyr Diop, detto Lat Dior, il senegalese che ha combattuto per tutta la vita il colonialismo francese, a Tavio Amorin, speranza dei giovani del Togo, assassinato nel 1992, a Peppino Impastato che ha speso la vita contro la mafia, a Roque Dalton, poeta e rivoluzionario salvadoregno, a Diop Gougnao, l’operaio senegalese morto in dicembre schiacciato sotto il peso di alcuni sacconi che stava smistando all’interno del magazzino della ditta Ifa, in via Baiona a Ravenna, a Zaher Rezai, un giovane poeta, schiacciato da un Tir alla periferia di Mestre, allo scrittore e attivista nigeriano Ken Saro-Wiwa, a Norbert Zongo, il giornalista del Burkina Faso assassinato nel 1998, a Giorgio Marincola, il partigiano nero di madre somala, a Mohamed El-Nabbous, blogger di Bengasi caduto sotto il fuoco di un cecchino di Gheddafi, a Augustina (Tina) Chioma Ononiwu Mc Kinon, trovata una mattina d’inverno senza vita nel suo appartamento a Ravenna.

La convivialità, il mercato, la gastronomia
Il Festival delle Culture, grazie al suo ampio spettro di collaborazione, ricrea nei tre giorni una grande piazza in tutta l’area dell’Almagià in cui praticare l’arte dello stare insieme. Così saranno da catalizzatori i due ristorantini del Festival, Aralya con le specialità dall’India e dallo Sry Lanka, e Marrakesh, piatti nordafricani e medio orientali a cura dell’associazione Life. Lo stare insieme è nutrito anche dalla mostra mercato curata da decina di associazioni di volontariato e da commercianti con prodotti artigianali ed equosolidli da varie parti del mondo.

Il Festival delle Culture 2011 è realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte.

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0544 485314