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Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 26 gennaio 2004 n. 20

Legge n.1228 del 24 dicembre 1954

Stato civile e anagrafe

Legge 24 dicembre 1954, n. 1228 (in Gazz. Uff., 12 gennaio, n. 8). – Ordinamento delle anagrafi della popolazione residente (1) (2).

(1) In luogo di Ministro/Ministero del tesoro e di Ministro/Ministero del bilancio e della programmazione economica, leggasi Ministro/Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, ex art. 7, l. 3 aprile 1997, n. 94.

(2) A decorrere dalla data di nomina del primo governo costituito a seguito delle prime elezioni politiche successive all’entrata in vigore del d.lg. 30 luglio 1999, n. 300, le prefetture sono trasformate in uffici territoriali del governo; il prefetto preposto a tale ufficio nel capoluogo della regione assume anche le funzioni di commissario del governo (art. 11, d.lg. 300/1999, cit.).

Preambolo

(Omissis)

Art. 1

In ogni Comune deve essere tenuta l’anagrafe della popolazione residente.

Nell’anagrafe della popolazione residente sono registrate le posizioni relative alle singole persone, alle famiglie ed alle convivenze, che hanno fissato nel Comune la residenza, nonché le posizioni relative alle persone senza fissa dimora che hanno stabilito nel Comune il proprio domicilio, in conformità del regolamento per l’esecuzione della presente legge.

Gli atti anagrafici sono atti pubblici.

È istituito, presso il Ministero dell’interno, l’Indice nazionale delle anagrafi (INA), per un migliore esercizio della funzione di vigilanza e di gestione dei dati anagrafici (1).

Con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica sentiti l’Autorità per l’informatica nella pubblica amministrazione (AIPA), il Garante per la protezione dei dati personali e l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) è adottato il regolamento per la gestione dell’INA (1).

(1) Comma aggiunto dall’art. 2-quater, d.L: 27 dicembre 2000, n. 392, conv. in l. 28 febbraio 2001, n. 26.

Art. 2

È fatto obbligo ad ognuno di chiedere per sé e per le persone sulle quali esercita la [patria potestà] (1) o la tutela, la iscrizione nell’anagrafe del Comune di dimora abituale e di dichiarare alla stessa i fatti determinanti mutazione di posizioni anagrafiche, a norma del regolamento, fermo restando, agli effetti dell’art. 44 del Codice civile, l’obbligo di denuncia del trasferimento anche all’anagrafe del Comune di precedente residenza.

L’assenza temporanea dal Comune di dimora abituale non produce effetti sul riconoscimento della residenza.

Ai fini dell’obbligo di cui al primo comma, la persona che non ha fissa dimora si considera residente nel Comune ove ha il domicilio, e in mancanza di questo, nel Comune di nascita.

Per i nati all’estero si considera Comune di residenza quello di nascita del padre o, in mancanza, quello della madre. Per tutti gli altri, soggetti all’obbligo della residenza, ai quali non possano applicarsi i criteri sopra indicati, è istituito apposito registro presso il Ministero dell’interno.

Il personale diplomatico e consolare straniero, nonché il personale straniero da esso dipendente, non sono soggetti all’obbligo dell’iscrizione anagrafica.

(1) Potestà dei genitori.

Art. 3

Il sindaco, quale ufficiale del Governo, è ufficiale dell’anagrafe.

Egli può delegare e revocare, in tutto o in parte, le funzioni di ufficiale d’anagrafe al segretario comunale o ad altri impiegati idonei del Comune. Ogni delegazione, munita della firma autografa del delegato, ed ogni revoca devono essere approvate dal prefetto.

Art. 4

L’ufficiale d’anagrafe provvede alla regolare tenuta dell’anagrafe della popolazione residente ed è responsabile della esecuzione degli adempimenti prescritti per la formazione e la tenuta degli atti anagrafici.

Egli ordina gli accertamenti necessari ad appurare la verità dei fatti denunciati dagli interessati, relativi alle loro posizioni anagrafiche, e dispone indagini per accertare le contravvenzioni alle disposizioni della presente legge e del regolamento per la sua esecuzione.

Egli invita le persone aventi obblighi anagrafici a presentarsi all’ufficio per fornire le notizie ed i chiarimenti necessari alla regolare tenuta dell’anagrafe. Può interpellare, allo stesso fine, gli enti, amministrazioni ed uffici pubblici e privati.

Il personale dell’anagrafe ha l’obbligo di osservare il segreto su tutte le notizie di cui viene a conoscenza a causa delle sue funzioni.

Art. 5

L’ufficiale d’anagrafe che sia venuto a conoscenza di fatti che comportino la istituzione o la mutazione di posizioni anagrafiche, per i quali non siano state rese le prescritte dichiarazioni, deve invitare gli interessati a renderle.

In caso di mancata dichiarazione, l’ufficiale di anagrafe provvede di ufficio, notificando all’interessato il provvedimento stesso. Contro il provvedimento d’ufficio è ammesso ricorso al prefetto.

Art. 6

Gli ufficiali di stato civile devono comunicare il contenuto degli atti dello stato civile e delle relative annotazioni all’ufficio d’anagrafe del Comune di residenza delle persone cui gli atti o le annotazioni si riferiscono.

Art. 7

Nei Comuni con separati uffici di stato civile possono essere istituite, con decreto del prefetto della Provincia, separate anagrafi autonome con la stessa circoscrizione territoriale dei corrispondenti uffici di stato civile.

Le circoscrizioni territoriali degli uffici separati di stato civile di uno stesso Comune, preveduti dall’art. 2 dell’ordinamento dello stato civile approvato con [R.D. 9 luglio 1939, n. 1238], devono corrispondere ad una o più delle frazioni geografiche di cui al primo comma dell’art. 9 della presente legge. Questa disposizione non si applica agli uffici separati di quartieri delle grandi città (1).

(1) Le parole in parentesi si intendono ora riferite alle corrispondenti norme di cui al d.p.r. 3 novembre 2000, n. 396 di abrogazione.

Art. 8

[In ogni Comune deve essere tenuto lo schedario della popolazione temporanea.

La popolazione temporanea è costituita dalle persone che, dimorando nel Comune da non meno di quattro mesi, non vi abbiano, tuttavia, fissata la residenza] (1).

(1) Vedi, ora, l. 10 febbraio 1961, n. 5.

Art. 9

Il Comune provvede alla individuazione e delimitazione delle località abitate, alla suddivisione del territorio comunale in frazioni geografiche con limiti definiti in base alle condizioni antropogeografiche rilevate, ed alla esecuzione degli adempimenti connessi, che saranno prescritti dal regolamento.

I limiti ed i segni relativi agli adempimenti anzidetti saranno tracciati su carte topografiche concernenti il territorio comunale.

Il piano topografico costituito dalle carte di cui al comma precedente sarà sottoposto, per l’esame e l’approvazione, all’Istituto centrale di statistica e sarà tenuto al corrente a cura del Comune.

Art. 10

Il Comune provvede alla indicazione dell’onomastica stradale e della numerazione civica.

La spesa della numerazione civica può essere posta a carico dei proprietari dei fabbricati, con la procedura prevista dal secondo comma dell’articolo 153 del T.U. della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. 4 febbraio 1915, n. 148.

I proprietari di fabbricati provvedono alla indicazione della numerazione interna.

Art. 11

Chiunque avendo obblighi anagrafici contravviene alle disposizioni della presente legge ed a quelle del regolamento è punito, se il fatto non costituisce reato più grave, con la sanzione amministrativa da lire 50.000 a lire 250.000 (1).

Per le persone residenti nei territori dello Stato in seguito ad immigrazione dall’estero, che non hanno provveduto a curare la propria iscrizione e quella delle persone sottoposte alla loro patria potestà o tutela nell’anagrafe del Comune dove dimorano abitualmente o, se non hanno fissa dimora, ai sensi del precedente articolo 2, nonché per chiunque consegue l’iscrizione contemporanea nell’anagrafe di più Comuni, si applica la sanzione amministrativa da lire 100.000 a lire 500.000 (1).

Entro dieci giorni dalla contestazione o notificazione della contravvenzione, fatta eccezione per le ipotesi previste dal comma precedente, il colpevole è ammesso a fare oblazione mediante pagamento della somma di lire 500 nelle mani dell’ufficiale d’anagrafe che ha accertato la contravvenzione (2).

Le somme riscosse a titolo di sanzione amministrativa (3) per le contravvenzioni previste nel presente articolo, sia in seguito a condanna sia per effetto di oblazione, spettano al Comune.

(1) La sanzione originaria dell’ammenda è stata depenalizzata dall’art. 32, l. 24 novembre 1981, n. 689. L’importo della sanzione è stato così elevato, da ultimo, dall’art. 27, d.l. 28 febbraio 1983, n. 55, conv. in l. 26 aprile 1983, n. 131.

(2) Vedi, ora, l’art. 16, l. 24 novembre 1981, n. 689.

(3) In origine «ammenda».

Art. 12

La vigilanza sulla tenuta delle anagrafi della popolazione residente è esercitata dal Ministero dell’interno e dall’Istituto centrale di statistica.

Nessuna annotazione sugli atti anagrafici, in aggiunta a quelle previste dalla presente legge e dal regolamento, può essere disposta senza l’autorizzazione del Ministero dell’interno d’intesa con l’Istituto centrale di statistica.

Art. 13

Su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri d’intesa con i Ministri per l’interno, per la grazia e giustizia e per il tesoro, sarà emanato il regolamento per l’esecuzione della presente legge.