Accordi tra governi
I ministri dei cinque paesi più popolosi della Ue hanno scelto la tecnologia che sarà adottata in tutta l’area Schengen di libera circolazione per evitare ingressi illegali
La Baule – Nel prossimo futuro gli extracomunitari potranno entrare in Europa solo se muniti di un visto «biometrico», dove siano state cioè memorizzate su un chip le impronte digitali, i tratti facciali e altri dati importanti per l’identificazione di una persona.Un accordo di massima in questo senso è stato raggiunto dai ministri degli Interni di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna che si incontrati in Francia a La Baule – sulla costa atlantica, non lontano da Nantes – per discutere di «cooperazione rafforzata» nella lotta all’immigrazione clandestina e al terrorismo.«Tutti e cinque – ha annunciato il ministro francese Nicolas Sarkozy parlando a nome anche dei suoi quattro colleghi (per l’Italia Giuseppe Pisanu) – vogliamo che la biometria entri nei visti Schengen».
Sarkozy ha spiegato che si è optato per la memorizzazione dei dati biometrici su chip in quanto si tratta della tecnologia più affidabile, che in futuro sarà in grado di immagazzinare anche i dati sull’iride dell’occhio rendendo così l’identificazione di una persona ancora più rapida e sicura.Per il ministro tedesco Otto Schily l’accordo a livello di G5 (composto dai cinque paesi più popolosi dell’Unione europea) dovrebbe spianare la strada all’adozione di un unico sistema biometrico a livello internazionale: gli sembra importante evitare una babele che sarebbe deleteria per il controllo dei flussi migratori e per la lotta antiterroristica.
L’intesa a cinque dovrà adesso essere esaminata dagli altri paesi Ue e a questo proposito Pisanu ha precisato oggi durante la conferenza stampa finale che la questione dei visti biometrici sarà all’ordine del giorno del prossimo incontro tra i ministri europei degli Interni e della Giustizia, in calendario per il 6 novembre. Il ministro italiano ha preso spunto dal dramma dei clandestini morti al largo di Lampedusa per chiedere ai paesi dell’Africa e dell’Asia una maggiore collaborazione nella lotta contro l’immigrazione illegale. «Questo traffico umano – ha dichiarato – ha aspetti drammatici. Nel 2003 si dovrebbero contare centinaia di morti… I paesi africani e asiatici devono cooperare con noi per combattere le reti dell’immigrazione clandestina». A La Baule i ministri di Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna hanno anche preso accordi per organizzare assieme «voli di ritorno» con cui procedere all’espulsione degli immigrati illegali. «Si tratta – ha affermato Sarkozy a questo proposito – di una «volontà comune ai governi dei grandi paesi d’Europa, indipendentemente dall’orientamento politico».
I cinque ministri degli Interni si sono impegnati ad una collaborazione ancora più intensa e concreta sul versante dell’antiterrorismo e si sono dati appuntamento per il febbraio 2004 in Germania, dove al centro dell’agenda ci sarà la riforma di Europol, la polizia europea, in modo da renderla «più operativa, più efficace».