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da Il Corriere dell'8 aprile 2004

Finta sanatoria, truffa agli stranieri

La società di un ex assessore di Sesto avrebbe trattenuto sui propri conti metà degli stipendi

Assunti in massa. Non per essere messi in regola con la sanatoria. Ma per essere truffati. Così un centinaio di cittadini bulgari, dopo aver pagato dai 500 ai 2.000 euro per il sospirato permesso di soggiorno, si sono ritrovati clandestini. Il raggiro, però, è stato finalmente scoperto dalla guardia di finanza di Sesto San Giovanni che ha smantellato l’intera organizzazione, capeggiata da Mario Pagano, 54 anni, imprenditore di origine pugliese con un passato di assessore allo Sport. Un business con tanti zeri messo in piedi anche con la collaborazione del figlio Luca, 28 anni, e un socio Aldo V., 44 anni, ex dipendente del Comune di Bresso, attraverso la ditta «Silvi 97 srl»: una cooperativa di lavoro temporaneo con manodopera extracomunitaria, con sede a Sofia (Bulgaria) ma con domicilio fiscale a Bresso, che contattava i cittadini bulgari desiderosi di venire in Italia. A loro faceva credere di procurare i documenti necessari per il permesso di soggiorno: dall’ipotetico datore di lavoro con un domicilio fantasma, alla ricevuta di versamento degli importi previsti dalla sanatoria, precompilata ad hoc, su cui veniva impresso il timbro falsificato dell’ufficio postale di Sesto San Giovanni.

Una volta in Italia, i bulgari andavano a Bresso nella sede della società e qui venivano dirottati come operai in numerose imprese lombarde. Non solo: per lucrare ulteriormente sul lavoro degli extracomunitari, la «Silvi 97 srl» faceva intendere alle diverse ditte che gli extracomunitari erano tutti suoi dipendenti, interponendosi pertanto nei pagamenti delle prestazioni lavorative: tratteneva, all’insaputa dei lavoratori, la metà degli stipendi.

In un anno e mezzo, l’organizzazione è riuscita ad «intascare» oltre un milione e mezzo di euro. Soldi illeciti che, secondo gli investigatori, venivano in gran parte immessi in un noto locale caraibico di Milano. Ora, alla gang, la Finanza ha bloccato i conti correnti, le quote sociali delle società di cui erano proprietari, il locale notturno e alcune auto lussuose. I bulgari truffati, invece, hanno ottenuto il permesso di soggiorno.