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da La Repubblica del 28 ottobre 2004

Immigrati, il doppio di 4 anni fa

ROMA – Bisogna cominciare da lontano. Dal 1990, o ancora prima dal 1981 quando l’ Italia ratificò la Convenzione sulla tutela dei lavoratori migranti e il contrasto all’ immigrazione clandestina. Sono state da allora approvate quattro leggi sull’ immigrazione (nel 1986, nel 1990, nel 1998 e nel 2002); varate cinque regolarizzazioni; si è passati dalla Prima alla Seconda Repubblica; al “maggioritario” e all’ alternanza tra centrosinistra e centrodestra: gli immigrati erano meno di 500 mila nel 1990. Ora sono quintuplicati. Ma soprattutto negli ultimi quattro anni, gli extracomunitari regolari sono passati da un milione e 300 mila (nel 2000) ai 2 milioni e 600 mila attuali: raddoppiati. Uno ogni 22 residenti è straniero; il 4,5% degli italiani. Un segno dei tempi. Una necessità per lo sviluppo economico italiano. Una realtà strutturale.

Sono dati e considerazioni del dossier della Caritas/Migrantes che da quattordici anni analizza il fenomeno, per questa edizione ha messo al lavoro una squadra di 85 ricercatori (coordinati da Franco Pittau). Quindi, se si sbilancia su un dato – i 2 milioni e 600 mila regolari – va fino in fondo anche nella polemica con il Viminale che, al contrario, di immigrati ne calcola circa 2 milioni e 200 mila. Errore, per la Caritas, o meglio sottovalutazione – poiché non si tiene conto dei minori – e forse esempio di una diffusa miopia sull’ Italia in cui viviamo. Infatti, il paesaggio sociale che ci attende è un altro raddoppio della popolazione straniera entro i prossimi dieci anni. Intanto l’ economia ha sempre più bisogno di manodopera immigrata (una ogni sei assunzioni è stata nel 2003 di un extracomunitario); aumentano gli imprenditori immigrati del 25% nel 2003; boom nell’ ultimo anno di arrivi dall’ est Europa, in particolare da Romania e dall’ Ucraina (i più presenti insieme a coloro che vengono dall’ Albania, dal Marocco e dalla Cina); 250 mila la stima degli stranieri nati in Italia con una media di 35 mila bimbi ogni anno; 320 mila circa gli alunni immigrati nelle scuole italiane. E in fatto di integrazione siamo «a metà del guado»: la regione con l’ inserimento migliore risulta la Lombardia (dove risiedono 606 mila immigrati) seguita da Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte e quella con il peggiore, la Puglia.

L’ Italia è il paese europeo in cui è più difficile acquisire la cittadinanza: sono riusciti ad averla nel 2003 poco più di 13 mila tra i richiedenti. Un percorso che va facilitato, come ha ammonito alcuni giorni fa il presidente Ciampi e ha ribadito ieri don Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, sottolineando che «l’ immigrazione sta diventando sempre più strutturale e a dimostrarlo ci sono i dati della domanda e dell’ offerta di lavoro». Per questo, è l’ invito della Caritas, occorre muoversi con un nuovo passo; «bisogna vincere la paura»; pensare che «una società aperta è dinamica e deve sapere garantire la sicurezza». Critica esplicita alla BossiFini, alle politiche dell’ immigrazione adottate dal centrodestra con il blocco dei flussi che rischia di fare da moltiplicatore di clandestinità vista la pressione migratoria inesorabile in un mondo in cui il 60% della ricchezza è detenuto dall’ America e dall’ Europa. Del resto, 175 milioni di persone nel mondo che migrano sono «un continente in cammino», per il sindaco di Roma, Walter Veltroni che è intervenuto alla presentazione del dossier Caritas invitando ad accelerare la legge sul diritto di voto amministrativo per gli immigrati e la riforma della cittadinanza. aL nord Il 60% circa vive al Nord; il 30 al centro; il resto nel Meridione le case Il 57% degli italiani non affittano agli stranieri: indagine Appc Ingressi Dopo la sanatoria dei 700 mila, ricon congiungimenti più stagionali la fede I cristiani sono il 49,5%, di cui 22,6 ortodossi I musulmani circa il 33% il lavoro Nel 2003 spetta a un immigrato 1 assunzione ogni 6 (1 ogni 10 nel 2000)

di GIOVANNA CASADIO