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da Il Corriere della Sera del 11 giugno 2004

«Incitò all’odio razziale» – Condannata la Bardot di Alessandro Grandesso

Parigi – Brigitte Bardot torna a far parlare sé e ancora una volta non per il suo status di «star eternelle» del mondo dello spettacolo francese, ma per i suoi propositi razzisti e intolleranti. L’ex attrice infatti è stata condannata ieri dal Tribunale di Parigi per «incitamento all’odio razziale», per i contenuti del suo ultimo libro, «Un grido nel silenzio», pubblicato nel maggio 2003.
Dovrà pagare una multa di 5.000 euro. Anche Rocher, l’editore della Bardot, è stato condannato al pagamento di 5.000 euro. B.B. dovrà inoltre versare un simbolico euro per danni alle parti civili e pubblicare un comunicato della sua condanna su due giornali.

Sotto accusa sono finiti alcuni passaggi considerati oltraggiosi nei confronti dei musulmani, intesi dall’attrice come nuovi e insidiosi invasori. La Bardot è stata trascinata in tribunale dalla «Mrap» e dalla «Ligue des droits de l’homme», due associazioni francesi di lotta contro il razzismo e di difesa dei diritti umani, che nel 2002 querelarono anche Oriana Fallaci per i propositi espressi nel pamphlet «La Rabbia e l’Orgoglio». Allora il giudice annullò la denuncia per un vizio di forma. Alla Bardot ieri è andata peggio.
Il Tribunale parigino ha accolto la richiesta del procuratore della Repubblica che aveva definito il libro un «grido di odio» nei confronti dei musulmani.
Partendo da una critica alla festa dell’Aid-el-Kebir, che prevede la macellazione di capretti, la Bardot si è spinta oltre la causa animalista, di cui è paladina, stabilendo un legame diretto tra islam e terrorismo.
Le frasi finite sotto accusa sono chiare. «Sono contro l’islamizzazione della Francia – scrive l’ex diva -. Quest’obbedienza obbligatoria e questa sottomissione mi disgustano».

E in riferimento ai sans papiers : «Non abbiamo più il diritto di essere scandalizzati quando clandestini o mendicanti danno l’assalto alle nostre chiese per trasformarle in porcili umani, defecando dietro l’altare, pisciando contro le colonne, diffondendo i loro odori nauseabondi sotto le volte sacre del coro».
«Eccoci costretti – continua B.B. – a far venir fuori una dignità politicamente corretta nel mischiarci, nel mescolare i nostri geni, nel cancellare le nostre radici e lasciare così incrociare per sempre le nostre discendenze da predominanze laiche o religiose fanaticamente emerse dai nostri antagonismi più viscerali».
«Ci sono molte nuove lingue nella nuova Europa – ha detto l’attrice durante il processo – :la mediocrità prende il sopravvento sulla bellezza e sulla Grandeur, ci sono molte persone sporche, malvestite, mal rasante».
La condanna (la quarta negli utlimi otto anni ) alla Bardot arriva proprio quando il governo di centrodestra di Jean Pierre Raffarin ha messo in cantiere una serie di azioni per arginare gli atti razzisti a sfondo religioso e punire ogni discriminazioni a carattere sessista, attraverso una normativa contro l’omofobia.

L’esecutivo intende così rispondere alle recenti sollecitazioni del movimento gay e nello stesso tempo perseguire reati a carattere sessista commessi in nome di concezioni culturali o religiose.
A questo proposito, l’assemblea nazionale vuole facilitare le espulsioni di immigrati considerati pericolosi per l’ordine pubblico: un provvedimento ritenuto necessario dopo il caso dell’Imam di Venissieux (periferia di Lione), Abdelkader Bouziane, denunciato per aver incitato a picchiare le mogli colpevoli di adulterio.
Espulso il 21 aprile, con provvedimento legato alle indagini su legami presunti con ambienti islamici radicali, l’Imam ha fatto ricorso ed è rientrato in Francia appena un mese dopo. La procedura è in corso.