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Decreto flussi 2007: Rimini e i 5000 cittadini migranti che chiedono diritti e legalità

Sono 5030 le domane inviate dal territorio della provincia di Rimini in tutte e tre le giornate del click day, il nuovo sistema online per le domande di regolarizzazione dei lavoratori migranti cosi ripartite:
2504, il 15 dicembre, quote riservate per richiedere la regolarizzazione degli immigrati provenienti dai 14 paesi che hanno stipulato accordi di cooperazione con l’Italia. Si tratta delle cosiddette “nazionalità riservatarie” (Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Sri Lanka, Tunisia) per lavoratori subordinati;
1448, il 18 dicembre, le domande riservate per i nulla osta dei lavoratori domestici e di assistenza alla persona;
1.078 domande per il terzo click day il 21 dicembre, giorno dedicato all’assegnazione di 57.900 posti di lavoro fra nuovi ingressi per lavoro subordinato e conversione dei permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo.

Sostanzialmente Rimini si attesta al livello delle altre province dell’Emilia Romagna, la terza Regione per quantità di domande inoltrate dopo la Lombardia e il Veneto.
Allo Sportello migranti dell’ass. Rumori sinistri sono arrivate diverse segnalazioni di difficoltà legate alla nuova procedura, da un lato per l’assenza di interesse da parte di molti datori di lavoro nel regolarizzare i cittadini migranti, dall’altro per le disposizioni degli stessi patronati che dai primi di dicembre avevano già elenchi lunghissimi di prenotazioni per l’invio delle domande, e infine alcuni problemi legati al software informatico come segnalato, a suo tempo, dallo stesso Progetto Melting Pot.

La realtà appare evidente, sono 5000 e più le persone che sono già sul territorio riminese, e lavorano irregolarmente. Ognuna di queste persone, esseri umani che accudiscono i nostri nonni, che costruiscono o ristrutturano le nostre case, che producono ricchezza per il mercato turistico, ha tentato la propria regolarizzazione partecipando alla corsa messa in atto dal decreto flussi e questa corsa l’hanno fatta con un datore di lavoro disposto ad assumerle. E dunque a fronte delle battaglie perpetuate a destra come a sinistra per sconfiggere con i soliti cliché l’abusivismo commerciale e il caporalato nell’edilizia, perché non regolarizzare queste persone? Perché ricorrere a delle squalifiche che alimenteranno il lavoro nero, mal pagato e privo di sicurezza? Perché lasciare questi 5.000 cittadini invisibili e irregolari alla mercé del mercato?

Vedremo nei prossimi mesi cosa accadrà, intanto speriamo che le parole del Sindaco di Rimini, rilasciate ad un quotidiano locale l’ultimo giorno dell’anno, circa la vergognosa situazione dell’ufficio immigrati della Questura di Rimini, dove quotidianamente centinaia di cittadini migranti regolari, attendono al freddo, sotto la pioggia, senza servizi igienici e di ristoro, la loro personale gara, per ritirare dopo mesi di attesa il pds – come tra l’altro segnalato più volte dalla redazione – non rimangano soltanto parole benevoli ma che ad esse seguano fatti concreti…