Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 10 agosto 2004

«L’Europa? Un paravento, le colpe sono dell’Italia» di Cinzia Gubbini

«Troppo facile invocare l’Unione europea quando avvengono queste tragedie, e poi fare orecchie da mercante quando la Corte di Strasburgo intima all’Italia di non espellere i profughi raccolti dalla nave tedesca Cap Anamur. L’Europa viene chiamata in causa solo quando si vuole eludere una responsabilità diretta e renderla collettiva». Tana De Zulueta, ex Ds ora senatrice del gruppo misto e vicepresidente della Commissione su immigrazione e asilo del Consiglio d’Europa, rifugge, in genere, i giudizi tranchant, ma questa volta non ha dubbi: «Mi dispiace dirlo, ma l’Italia ha delle responsabilità molto precise, e sulla questione delle migrazioni ha deciso di mostrare un volto feroce».

Questo volto feroce insegna che salvare una persona in mare non è sempre bene?

Questa, purtroppo, è la lezione terribile della Cap Anamur. E non è il primo caso in cui chi ha salvato dei naufraghi è stato punito, è successo già con dei pescatori italiani. Calderoli parla di cambiare le regole di ingaggio, ma il mio grande timore è che questo cambiamento sia in atto. Il comandante che ha salvato i 72 profughi è un polacco, viaggiava su un mercantile e per fortuna è capitato lì. Mi chiedo se adesso ci sono marittimi che guardano dall’altra parte pur di non rischiare.

Si parla tanto delle radici cristiane nella Costituzione, ma su quali valori si sta fondando l’Unione?

Il punto chiave è che l’Europa non riesce a darsi una politica comune e lascia ai singoli stati la gestione di ogni episodio come se fosse un’emergenza e non un quadro generale già preannunciato e conosciuto. L’inizio di questi arrivi dall’Africa subsahariana risale al 2002, e tutte le volte si cade dalle nuvole. Credo che ha ragione la portavoce dell’Acnur quando parla di una sfida, è del tutto evidente che il movimento delle persone è la sfida del nuovo millennio. Se impariamo a fronteggiarla in modo civile e condiviso con i paesi di origine allora potremo parlare di valori, non dico cristiani, ma almeno civili.

Quindi non esiste una politica comune…

In questi casi tutto si risolve con gli accordi bilaterali. I cui contenuti, peraltro, non sono mai stati portati in parlamento per un dibattito, e su cose su cui è in gioco la tutela dei diritti delle persone è quanto meno anomalo. Non conosciamo i termini degli accordi con la Libia, poi si parla di costruire centri di detenzione in quel paese. A cui, paradossalmente, l’Europa si appella nel caso dei medici bulgari condannati a morte… ma poi finge di non sapere e di non vedere e lascia agli accordi bilaterali la gestione di una cosa simile.

Eppure il nostro ministro dell’interno è considerato un moderato…

Faccio notare una contraddizione del governo, che tenta di giocare due parti in commedia. Da una parte quella del buon samaritano, dall’altro la parte del guardiano feroce della frontiera. I due ruoli sono inconciliabili. Pisanu recita un giorno una parte e un giorno l’altra, come può invocare l’Europa quando nulla di quello che ha combinato con il Ghana nel rimpatrio dei profughi della Cap Anamur è previsto dai trattati europei? Vorrei ricordare, infatti, che in Ghana è stato espulso anche un cittadino sierraleonese.

Lei aveva incontrato i profughi della Cap Anamur nel centro di Caltanissetta. Ora lì sono rinchiusi alcuni migranti reduci dal naufragio.

Pazzesco, e se li hanno messi nel centro di identificazione per i richiedenti asilo è persino peggio. Si tratta di container in una radura desolata, che si arroventano al sole. Poi all’interno c’è l’aria condizionata, altra assurdità. Le lenzuola sono di carta, non c’è un posto in cui sedersi. E lì porti delle persone che hanno subìto una grave disidratazione? E’ una cosa inumana.