Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
PH: Giovanni Marenda (Il campo di Pastrogor)
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Schengen: aderire ad ogni costo

Bordermonitoring Bulgaria: «L'adesione parziale all'area Schengen nonostante le continue violazioni dei diritti umani»

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A fine marzo Bordermonitoring Bulgaria ha pubblicato un documento 1 che denuncia la complicità della Commissione Europea e di Frontex nell’uso sistematico della violenza da parte della polizia bulgara alla frontiera e nei centri di detenzione nei confronti delle persone in movimento. Nonostante questo, il processo di integrazione nell’area di libera circolazione europea continua, e nuovi fondi vengono stanziati nei sistemi di sorveglianza e controllo rafforzando anche il ruolo di Frontex. L’obiettivo dell’UE è la chiusura dei confini esterni. Ad ogni costo.

Dalla fine di marzo 2024, Romania e Bulgaria non saranno più soggette a controlli di frontiera sui confini marittimi e aerei con i Paesi europei che appartengono alla cosiddetta area Schengen 2. Si tratta di un successo per i due stati balcanici, membri dell’UE dal 2007 3. Tuttavia, le ricerche dimostrano che, almeno nel caso della Bulgaria, il controllo sul rispetto dei diritti umani è stato scarso, e questo spiegherebbe il fatto che non siano state segnalate gravi violazioni. Infatti, l’ammissione del Paese nell’area Schengen ha come obiettivo principale la sicurezza delle frontiere esterne dell’UE.

La Bulgaria è stata negli ultimi anni un punto focale per i movimenti migratori, poiché la sua posizione geografica al confine con la Turchia la rende un’importante zona di transito per i rifugiati che cercano di entrare nell’Ue. Poiché il Mediterraneo è considerato la via di fuga più pericolosa al mondo, molte persone scelgono la via terrestre, spesso attraverso la Bulgaria. Sebbene non esistano statistiche ufficiali in merito, a gennaio il Ministero dell’Interno bulgaro ha pubblicato i dati corrispondenti 4.

Detention Center of Lyubimets – PH: Outriders

Secondo questi dati, la polizia di frontiera bulgara ha impedito circa 180.000 tentativi di ingresso “illegale” di persone migranti nel 2023. Quest’anno sono già stati 5.000. Le autorità bulgare sono supportate dalla più grande operazione terrestre di Frontex, l’agenzia per la protezione delle frontiere, chiamata “Operazione Terra“, con un nuovo sistema di sorveglianza 5 e il numero di personale coinvolto che sarà aumentato di 500-600 unità a partire da marzo 6, come ha recentemente annunciato Hans Leijtens, capo di Frontex.

Più volte le persone in fuga vengono rimpatriate con la forza in Turchia senza verificare se vogliono chiedere asilo. Questo processo è di fatto illegale, in quanto viola il principio di non respingimento, sancito dal diritto internazionale. Leijtens, eletto direttore esecutivo nel dicembre 2022, prima di assumere l’incarico il 1° marzo 2023, aveva promesso che non ci sarebbero stati più respingimenti nell’UE. Il suo predecessore Fabrice Leggeri, dimessosi nell’aprile 2022, era stato accusato di aver coperto tali violazioni.

Il campo profughi di Harmanli è un ex complesso militare dell’esercito situato in Bulgaria a poche decine di chilometri dalla frontiera con la Turchia. PH: Francesco Cibati

All’epoca, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) aveva rilevato che le indicazioni di violazioni dei diritti umani erano state sistematicamente ignorate da Frontex. Durante i respingimenti nel Mar Egeo, c’erano state precise istruzioni di voltarsi dall’altra parte, e il comportamento illegale delle autorità nazionali di protezione delle frontiere era stato ignorato. Leggeri, che si è dimesso, è ora candidato per il partito di estrema destra Rassemblement National in Francia alle prossime elezioni del Parlamento europeo.

Tuttavia, è discutibile che sotto la sua guida sia cambiato qualcosa nelle pratiche abituali di Frontex. Secondo una ricerca condotta dalla giornalista bulgara Maria Cheresheva e dal ricercatore Luděk Stavinoha dell’Università britannica dell’East Anglia per il Balkan Investigative Reporting Network (BIRN) 7, i respingimenti di cui Frontex e la Commissione europea erano effettivamente a conoscenza sono stati costantemente ignorati, soprattutto per quanto riguarda la Bulgaria. Ovviamente, le possibilità della Bulgaria di entrare nell’area Schengen non dovevano essere messe a repentaglio.

Ciò è dimostrato da documenti interni che contengono dettagli vividi su presunte brutalità commesse da funzionari di frontiera bulgari durante le operazioni di Frontex. Anche in Bulgaria si sono verificati incidenti violenti dopo che Leijtens ha assunto la direzione di Frontex. L’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, che fornisce consulenza ai governi nazionali e alle istituzioni dell’UE sulle questioni relative ai diritti umani, e la Commissione europea erano ovviamente a conoscenza delle violazioni dei diritti umani. Secondo il rapporto, il responsabile dei diritti fondamentali di Frontex Jonas Grimheden aveva regolarmente espresso le sue preoccupazioni al consiglio di amministrazione di Frontex, al quale partecipa anche la Commissione 8.

Per alcune persone in fuga, il viaggio attraverso la Bulgaria si è concluso fatalmente. Negli ultimi due anni, almeno 93 persone sono morte sul suolo bulgaro durante il viaggio, secondo i risultati pubblicati 9 alla fine dello scorso anno da un collettivo di ricerca con la partecipazione dello studio ARD di Vienna e di Radio Free Europe/Radio Liberty 10.

La maggior parte è morta a causa delle difficoltà legate alle lunghe distanze che i migranti percorrono a piedi sulle montagne e attraverso le foreste, ma alcuni rifugiati sono morti anche a causa dell’attacco diretto della polizia di frontiera bulgara 11. Recentemente, il 30 marzo 2024, il diciassettenne siriano Fadi Abbas Al-Daher è morto in una località tra i villaggi Bolyarov di Malko Sharkovo e Mamarchevo, come riportato dalla Fondazione Mission Wings 12.

Invece di verificare le violazioni dei diritti umani prima dell’adesione della Bulgaria a Schengen, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha invitato i Paesi dell’Ue ad ammettere senza indugio la Bulgaria e la Romania nell’area nel settembre 2023. Entrambi i Paesi si battono per l’adesione da oltre un decennio. All’inizio dello scorso anno, si sono offerti di attuare un progetto pilota per prevenire gli “arrivi irregolari” e rafforzare la gestione delle frontiere e della migrazione, nonché accelerare le procedure di asilo e di espulsione. La Bulgaria ha ricevuto 69,5 milioni di euro per l’attuazione del progetto 13. La Commissione ha poi annunciato che ulteriori fondi saranno assegnati a Bulgaria e Romania 14 per il rafforzamento e la modernizzazione dei sistemi di sorveglianza alle frontiere esterne dell’Ue, nonché per l’acquisto di mezzi di trasporto e di attrezzature operative.

Anche il Parlamento europeo ha criticato il progetto pilota. L’eurodeputata olandese Tineke Strik, del partito Groenlinks, ha recentemente sollevato la questione delle violazioni dei diritti umani alle frontiere esterne dell’UE. Strik è membro di un gruppo del Parlamento europeo incaricato di esaminare il lavoro di Frontex.

Qualche giorno fa, ha visitato una struttura che fa parte del progetto pilota dell’UE nel piccolo villaggio bulgaro di Pastrogor, al confine con la Turchia, dove i richiedenti asilo sono sottoposti a una procedura accelerata dal marzo 2023. Le alte mura con telecamere e filo spinato fanno sembrare il complesso, costruito con fondi europei nel 2012 15, una prigione.

Strik teme che la struttura possa essere utilizzata come campo chiuso, come ad esempio il centro di detenzione di Lyubimets, che si trova nelle vicinanze. L’attenzione unilaterale ai controlli di frontiera è andata a scapito della tutela dei diritti umani e di un sistema di accoglienza umano, come ha dichiarato sul suo profilo Linkedin. L’autrice ha quindi richiesto una discussione in seno alla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) per sfidare la Commissione europea su questo tema. Tali preoccupazioni non sono ingiustificate.

Secondo la riforma del Sistema europeo comune di asilo (CEAS) adottata lo scorso anno, in futuro si deciderà entro sette giorni se una persona sarà rimpatriata direttamente o trasferita alla procedura di asilo ordinaria, dopo essere stata fermata nelle zone di frontiera dell’Ue. In questo lasso di tempo si procederà all'”identificazione” della persona, ai “controlli sanitari e di sicurezza” e alla “raccolta dei dati biometrici e alla registrazione nella banca dati Eurodac“.

Il sistema europeo di identificazione delle impronte digitali (Eurodac), che include il confronto dei dati, viene utilizzato per impedire ai rifugiati di richiedere asilo in diversi Stati membri dell’Ue. Si vuole anche verificare in breve tempo se la persona è particolarmente vulnerabile o se è stata vittima di tortura. Questi esami avverranno sotto la finzione legale che la persona non sia ancora entrata nel Paese 16, anche se si trova già sul suolo dell’Ue. In questo modo si creano le condizioni migliori perché l’attuale prassi di voltarsi dall’altra parte alle frontiere esterne dell’UE possa continuare come prima.

Vedi anche:

  1. Schengen: Joining at any cost
  2. Schengen area: Council agrees to lift air and maritime internal border controls with Bulgaria and Romania – Council of the EU (30 dicembre 2023).
  3. Bulgaria e Romania entrano nell’area Schengen – Rai News (31 marzo 2024).
  4. I dati diffusi dal Ministero dell’Interno.
  5. NESTOR: Showcasing a new border surveillance system – Frontex (22 marzo 2023).
  6. EU border agency to triple officers on Bulgaria-Turkey frontier – Reuters (29 febbraio 2024).
  7. Leggi la ricerca.
  8. La lettera di Jonas Grimheden.
  9. Namenloser Tod in Bulgarien (1 dicembre 2023).
  10. Almost 100 refugees died on their way through Bulgaria within the last two years – Bordermonitoring Bulgaria (2 dicembre 2023).
  11. Flüchtlinge im Visier – jungle.world (dicembre 2022).
  12. A young man from Syria died while illegally crossing the Bulgarian-Turkish border (1 aprile 2024).
  13. Reporting on progress made on the Pilot Project for fast asylum and return procedures with Bulgaria.
  14. Bulgaria and Romania strengthen cooperation on border and migration management (4 marzo 2024).
  15. Status quo in Bulgaria’s refugee centers – Bordermonitoring Bulgaria (2018).
  16. The End of Protection – Medico International (dicembre 2023).