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Padova – I profughi abbandonati occupano il giardino dell’ex-scuola Gabelli

Dopo l'incontro con l'Assessore: continueremo l'occupazione fino a quando non avremo soluzioni concrete!

Foto di Francesco Zoletto

Da sabato mattina circa 50 rifugiati provenienti dalla Libia e abbandonati dai circuiti di accoglienza dell’Emergenza Nordafrica, si sono accampati nel giardino dell’ex scuola Gabelli di via Giolitti a Padova.
Da oltre un mese erano ospitati presso l’Associazione Razzismo Stop in una condizione di insostenibile affollamento.

Nonostante diversi e continui tentativi di dialogo con l’amministrazione ed un appello firmato da centinaia di docenti, avvocati, associazioni e singoli cittadini, che chiedeva la riapertura temporanea del centro di accoglienza ex-scuola Gabelli, solo dopo l’occupazione di sabato è stato possibile ottenere un incontro con l’Assessore ai Servizi Sociali Verlato.

Dall’incontro è emersa l’ipotesi di trovare una soluzione di inserimento lavorativo per circa 20 rifugiati, attraverso l’assegnazione di borse lavoro della durata di 4 mesi, che realisticamente non potranno però essere attivate prima di metà maggio.
In ogni caso, quindi, in questo mese di attesa, rimarrebbe irrisolta la situazione di grave emergenza che non si potrebbe certo risolvere con la proposta di assegnare cinque posti letto presso l’asilo notturno, fatta dall’Assessore Fabio Verlato.

Alla luce di tutto questo, dopo la discussione tenutasi durante l’assemblea dei rifugiati e delle associazioni, riteniamo necessario continuare a presidiare il giardino dell’ex scuola Gabelli, unica garanzia affinchè le ipotesi fatte possano trasformarsi in fatti concreti.

Attendiamo l’esito dell’incontro che avverrà il prossimo martedì 16 aprile in cui sarà possibile verificare l’effettiva disponibilità dei fondi utili a mettere in campo le borse lavoro paventate.

Chiediamo all’amministrazione di far fronte immediatamente alla situazione di grave emergenza abitativa di almeno 25 tra i rifugiati in mobilitazione, che prima dell’eventuale attivazione delle borse lavoro rimarrebbe preoccupante, aprendo l’ex scuola Gabelli fino a quando i progetti di inserimento ipotizzati non diventeranno realtà.

Chiediamo a tutti di sostenere ancora questa nostra richiesta e l’inziativa dei rifugiati raggiungendo l’ex scuola Gabelli.

Invitiamo tutti domenica 14 aprile 2013
all’assemblea pubblica per il sostegno ai profughi
alle ore 17, nel giardino dell’ex scuola Gabelli, in via Giolitti, nel quartiere San Lazzaro a Padova

L’assemblea dei rifugiati e delle associazioni all’ex scuola Gabelli

Di seguito il comunicato dell’occupazione

Il 28 febbraio, dopo due anni di speculazioni ed un piano di accoglienza che non ha previsto alcuna vera inziativa di inserimento socio/economico, nonostante 1 miliardo e 300 milioni di euro stanziati, i profughi provenienti dalla Libia sono stati messi in strada con una buona uscita utile a sopravvivere poco più di qualche settimana.

In molti hanno cercato fortuna altrove, molti altri hanno scelto di provare ad inseirirsi a Padova, ma si sono ritrovati senza un tetto e sono stati temporaneamente ospitati nei locali dell’Associazione Razzismo Stop.

Lo scorso 22 marzo, con una richiesta sottoscritta da centinaia di associazioni, docenti, giuristi, singoli cittadini, abbiamo chiesto al Comune di Padova di far fronte a questa nuova drammatica emergenza, riaprendo temporaneamente le porte dell’ex scuola Gabelli, senza costi per l’amministrazione.

Molte associazioni si sono rese disponibili a gestire gratuitamente questo momento di transizione, per cercare di aiutare questi ragazzi, che vogliono inserirsi nel nostro territorio, a costruirsi un’opportunità.

Ma dopo oltre 20 giorni di attesa non abbiamo avuto nessuna risposta dall’amministrazione che, di fatto, ha abbandonato i profughi dalla Libia in una situazione di vera emergenza sociale.

Dare loro un posto dove stare è una scelta di dignità e giustizia, doverosa nei confronti di chi, dopo essere fuggito dalla guerra e dalle torture libiche, rischia di essere messo in “fuga” un’altra volta dalle nostre istituzioni.

Per questo siamo qui, all’interno del giardino dell’ex scuola Gabelli, chiedeno all’amministrazione di rompere il silenzio e di riaprire immediatamente le porte del centro di accoglienza.