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da Il Gazzettino di Rovigo del 25 ottobre 2003

Bufera sul centro immigrati il sindaco smentisce Lomastro

È scontro tra Comune e prefettura. Davanti alle parole del prefetto Ciro Lomastro che sottolineava come sia stato il sindaco a individuare un’area per realizzare (se il ministero lo riterrà opportuno) il centro di accoglienza temporanea per immigrati clandestini, Paolo Avezzù afferma che le cose stanno in tuttaltro modo e critica le dichiarazioni del rappresentante dello Stato.
Quando in estate era venuta in visita la commissione ministeriale all’ex ospedale psichiatrico di Granzette proprio per visionare un eventuale luogo per fare questo centro, si era scatenata una bagarre, con le dichiarazioni di contrarietà assoluta non solo del sindaco stesso che diceva no a una struttura simile a Rovigo, ma anche di tutte le forze politiche, soprattutto della Casa delle libertà, che un centro come quello non lo volevano nemmeno in Polesine.

Per questo ha fatto scalpore quanto ha asserito Lomastro. Al quale, appunto, Avezzù replica seccato. E spiega che il 12 settembre aveva inviato una lettera al prefetto, nella quale aveva dato «parere negativo al posizionamento del centro per clandestini sia vicino all’Interporto che all’ex ospedale psichiatrico». Di fronte a questo no, comunque, il primo cittadino, «solo su espressa richiesta dello stesso prefetto», aveva indicato «l’area del nuovo carcere», ossia a lato di via Calatafimi al di là della tangenziale est, lontano sia dalla Commenda che dalla cittadella sanitaria, «come possibile alternativa».

È qui che scatta la risposta piccata del sindaco. «Ritengo cosa grave che nelle dichiarazioni il prefetto non abbia detto che questa indicazione derivava esclusivamente da una sua insistente richiesta, che non era certo frutto di autonoma iniziativa del sottoscritto e che comunque, nella citata lettera, avevo dato un giudizio complessivo d’inopportunità sulla realizzazione di una tale struttura a Rovigo».

Nella missiva Avezzù parla di una sua conferma del parere “di impercorribilità delle due ipotesi” di Granzette e Interporto, e “in alternativa, mi permetto di suggerire l’area prescelta per la costruzione della nuova casa circondariale di Rovigo”, per la quale esisteva già la variante al piano regolatore votata dal consiglio comunale. “Si ritiene idonea tale area – scriveva sempre il sindaco – sia per motivi di sicurezza e di dotazione di infrastrutture, quanto per la sua lontananza da centri abitati o da insediamenti produttivi”. E comunque Avezzù rilevava di non potersi esimere “dall’esprimere un giudizio di inopportunità della realizzazione di una simile struttura, tenuto conto della limitata incidenza del fenomeno extracomunitario nel nostro territorio e avuto altresì riguardo alle prese di posizione pubbliche di esponenti politici appartenenti ai diversi schieramenti”.

La conclusione era quella detta a suo tempo, ossia di ritenere meglio costruire il centro in altri capoluoghi di provincia “dove il fenomeno migratorio assume caratteri più rilevanti”.

Luca Gigli