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da Repubblica del 10 ottobre 2003

Costa: a Venezia con lo statuto darò il voto agli extracomunitari

Un'intervista a Paolo Costa, sindaco di Venezia

Roma – “A Venezia vogliamo far votare gli immigrati in regola già dalle prossime amministrative. Un gruppo di esperti sta studiando la questione”.

Domanda: Ma non sarebbe, sindaco Costa, uno strappo, in mancanza della legge?

Risposta: “Politicamente, i tempi sono più che maturi. Basta andarsi a leggere la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Oppure la Carta dei diritti dell’uomo nelle città, sottoscritta da 130 comuni di tutta Europa, città di Venezia compresa. Il diritto al voto dei cittadini europei è un riconoscimento fondamentale. E gli immigrati sono cittadini a tutti gli effetti. Mica buoni solo a pagare le tasse”.

D: Sono dichiarazioni di principio.

R: “Ci sarebbe anche il “cuneo” formale per applicarle”.

D: Qual’è?

R: “Il nuovo titolo V della Costituzione. Prevede l’autorganizzazione dei comuni, con un proprio Statuto”.

D: E il comune di Venezia vorrebbe metterci dentro il voto agli stranieri.

R: “Esattamente. Puntiamo al massimo, o il più vicino possibile al seguente obiettivo: diritto di voto attivo e passivo, possibilità per gli immigrati di eleggere ed essere eletti”.

D: Ma non scavalcate così le competenze dello Stato?

R: “Stiamo parlando di elezioni comunali. Per le politiche naturalmente non mettiamo bocca. Se qualcuno tuttavia ha da obiettare, esiste pur sempre la Corte costituzionale”.

D: La città è pronta alla novità?

R: “Penso proprio di sì. D’altra parte, le comunità straniere sono perfettamente integrate. Abbiamo diecimila immigrati in regola. La maggiorparte viene dai Balcani, dai paesi cioè che entreranno nella nuova Europa”.