Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Intervista con G.Bettin, prosindaco di Mestre, su diritto di voto e municipalismo

Domanda: Come commenta la proposta fatta da Fini sul voto amministrativo?
Risposta: Indipendentemente dai veri motivi che possono aver mosso Fini è indubbio che l’esito e’ una riapertura esplicita della questione che sembrava chiusa, data la situazione politica attuale e la maggioranza che governa l’Italia. Quindi la proposta riapre la questione e sembra avvicinare di molto il momento in cui si potrà davvero legiferare in questo senso e attribuire agli immigrati il diritto di voto almeno alle elezioni amministrative. Dunque e’ una proposta che vale la pena di prendere sul serio perché importante da questo punto di vista.

D: Questo dibattito ha portato un’accelerazione sui tempi rispetto alle altre proposte già c’erano in Italia.
R: Sì, giacevano in Parlamento soprattutto proposte provenienti di forze di sinistra – centro sinistra e giacciono anche nei Consigli Regionali proposte di tal senso, ad esempio in Veneto c’e’ una proposta dei Verdi. Però e’ evidente che permanendo l’attuale maggioranza era impensabile che ci fosse un’apertura di questo tipo. Invece l’apertura c’è stata ed ha anche un seguito, la stessa AN – credo spinta da Fini – presenterà una proposta di legge e l’Udc si e’ già dichiarata disponibile a convergere su questo. Se queste proposte della maggioranza insieme a quelle che provengono dall’opposizione troveranno il consenso in Parlamento e’ possibile che ci sia una maggioranza che su questo punto può forzare i tempi e produrre un salto di civiltà. Salto che potrebbe cambiare il quadro in cui ci muoviamo e che imporrà a tutti di fare i conti con gli immigrati che vivono nei nostri territori e che quindi diventeranno anche forza politica. I cittadini migranti avranno dunque anche diritti, la capacità di farsi ascoltare e di pesare e quindi questo metterebbe in modo tante altre cose: politiche nuove per l’abitazione, per i diritti sociali, la sanità, l’istruzione. Una serie di cose che oggi vengono sostenute magari a nome degli immigrati da parte di chi e’ più sensibile, associazioni, movimenti o partiti. La possibilità di votare rende i cittadini stranieri protagonisti della vita della città in cui vivono.

D: Venezia da tempo insieme ad altre realtà ha intrapreso il percorso e un ragionamento forte sul municipalismo. Il diritto di voto amministrativo va proprio in questo senso.
R: In un certo senso e’ la quinta essenza del municipalismo. Il municipalismo infatti allude al fatto che esistono delle comunità e che le comunità sono fatte da coloro che lì vivono nel territorio e non da chi vi e’ nato e basta. La dimensione municipale e’ quella che consente di ritrovarsi insieme attorno ad un progetto di vita, attorno alla costruzione di un comune destino. Chi più degli immigrati rappresenta questa figura, la figura di colui o colei che ha bisogno di definire un proprio destino nel mare mosso del mondo contemporaneo e il municipio e’ l’ancoraggio possibile magari provvisorio, magari per un periodo perche’ tutti noi non amiamo stare in un posto o approdare solo in un posto. Comunque in ogni momento della nostra vita questo ancoraggio e’ necessario e la dimensione municipale, al di là dell’aspetto strettamente istituzionale, e’ questo.
Questo però può sussistere se nella dimensione municipale io ho pieni diritti di cittadinanza e finche’ una parte consistente e crescente dei nostri municipi non potrà godere di diritti pieni non ci sarà nemmeno pienezza di municipalismo. Quindi si sommano le due cose. Per questo Venezia, che sulla dimensione municipale ha investito molto, e’ da anni che lavora per creare le condizioni o aggirare i vincoli che finora hanno impedito di attribuire il voto agli immigrati. Con la riapertura alla grande della questione su scala nazionale, anche Venezia ha rilanciato e abbiamo attribuito nei giorni scorsi un compito specifico ad alcuni giuristi per poter passare ai fatti immediatamente al limite anticipando anche quella che sarà la normativa nazionale fino dove e’ possibile.

D: Vale la pena ricordare che come Verdi in regione avevate già presentato una proposta di questo tipo.
R: Sì, ne facevo cenno anche prima. E’ una proposta che tende a chiedere, a spingere la Regione a legiferare in questa materia in modo che si possano anticipare i tempi nazionali. La Regione ha la facoltà di fare delle leggi e quindi, almeno sulla dimensione amministrativa, può dare indicazioni molto chiare in questo senso. Speriamo che la riapertura di tutta la vicenda spinga anche la Regione ad andare in questa direzione.