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da La Repubblica (Bologna) del 7 novembre 2003

CPT, archiviazione per quattro poliziotti

Quattro poliziotti della Questura escono dall’inchiesta sul pestaggio degli immigrati al CPT di Via Mattei, caso accaduto la sera del 2 marzo scorso, che ha avuto interventi in Parlamento da parte della sinistra e strascichi polemici da parte di Forza Italia. Tredici erano le persone indagate (11 poliziotti, 1 carabiniere e 1 infermiere della Croce Rossa) per lesioni, ora sono rimasti nove con decreto di archiviazione del gip Pescatore. La posizione di un quinto poliziotto, per il quale il pm Silvia Marzocchi ha chiesto l’archiviazione, stoppata però dagli avvocati degli immigrati, deve essere esaminata dal gip. I quattro o forse cinque agenti che escono dall’inchiesta devono la decisione al fatto di non essere stati riconosciuti con certezza dalle parti lese. Per gli altri, invece, le indagini continuano fino alla decisione che dovrà prendere il pm: se inviare a giudizio tutti o una parte o archiviare.
Sul caso si è innestato uno scontro politico. Fabio Garagnani di Forza Italia ha scritto un’interpellanza al Ministro Pisanu: “Non si può accettare che onesti servitori dello Stato vengano penalizzati per responsabilità non loro”. Il sottosegretario alla Difesa Aldo Berselli disse che avrebbe difeso gratis “Questi ragazzi mandati allo sbaraglio”. “Un intervento indispensabile”, affermò alla Camera il sottosegretario Alfredo Mantovano rispondendo ad un’interpellanza della diessina Katia Zanotti. Fu proprio Zanotti, insieme a Titti De Simone di Rifondazione, a sollevare il caso CPT. Il Sap, sindacato autonomo di polizia, portò in piazza cento agenti con la maglietta: “Polizia, bersaglio mobile”. Poi la polemica salì in Procura: Garagnani attaccò la magistratura, il procuratore Di Nicola replicò secco che gli avvisi di garanzia erano un atto dovuto.