Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
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Centro di permanenza temporanea a Rovigo? Né qui Né altrove!

In questo ultimo periodo si è parlato tanto dell’eventualità di aprire anche a Rovigo un Centro di Permanenza Temporanea. Ma quanti fra i cittadini sanno cosa sono realmente?

Sono dei veri e propri centri di detenzione, introdotti dalla legge Turco/Napolitano con lo scopo di trattenere gli stranieri sui quali compiere accertamenti ai fini dell’espulsione o del respingimento. Le persone che vi sono rinchiuse sono solo colpevoli di non possedere una documentazione completa od accertata che giustifichi per la nostra attuale legge (la Bossi/Fini) il loro soggiorno in Italia.
Questi possono sì essere giunti in Italia costretti da guerre e carestie, ma mancando di documento appropriato vengono privati della loro libertà personale prima ancora di aver commesso qualsiasi reato, per un periodo massimo di 60 giorni, il quale di norma viene interrotto solo dall’espulsione. Si tratta di detenzione amministrativa, che colpisce non il “reato” ma il “reo”: cioè, la pena non viene commisurata alla gravità del reato commesso (anche perché chi viene chiuso nei centri di detenzione non ne ha commesso nessuno), ma alla persona che è “abusiva” di per sé con la sua sola esistenza.

Chi si trova dentro un CPT?

Uomini e donne di diversa nazionalità con storie di sofferenza alle spalle, senza che gli sia spiegato in una lingua a loro comprensibile cosa gli stia accadendo, trattenuti senza alcuna informazione, senza possibilità di comunicare con l’esterno e spesso senza essere informati della possibilità di avere un avvocato. Molti di loro hanno in mano la pratica di regolarizzazione o sono richiedenti asilo, tanti hanno gravi problemi di salute ma gli viene negata la somministrazione di farmaci e l’assistenza medica.

Perché i CPT sono incostituzionali?

Questi luoghi di repressione e di segregazione o “centri di raccolta e di smistamento” di stranieri, secondo la inquietante terminologia del legislatore, realizzano infatti, una aperta violazione di alcuni postulati insopprimibili dello Stato di Diritto, quali il principio di separazione dei poteri ed il principio di legalità, nonché una negazione di basilari diritti umani e civili riconosciuti dalla Costituzione a cittadini stranieri, quali il diritto alla libertà personale (art.13), alla difesa (art.24), alla salute (art.32), all’asilo (art.10).

Il Comitato “Questo mondo non è in vendita – no ai CPT” invita tutta la società civile a partecipare alle seguenti iniziative, per costruire insieme una manifestazione regionale, per conoscere e approfondire quali sono le problematiche legate ai CPT, alla legislazione vigente sull’immigrazione e alle conseguenze degli stessi sulle condizioni di vita dei cittadini migranti.

Domenica 7 Dicembre 2003

Al Circolo Arci “Mexico & Nuvole” – Lendinara (Rovigo) dalle ore 22:00

Serata “No ai CPT: Né qui Né altrove!!”

Proiezione del video “Workers”, sulle lotte dei diritti dei migranti in Veneto

Seguirà musica dal vivo con

I Sinflex da Venezia (punk funky jazz)

+ dj Khadim (reggae, afro, funky,etc..)

Durante la serata sarà distribuito materiale informativo

Sabato 13 Dicembre 2003

Alla chiesa di San Michele – Corso del Popolo (Rovigo) dalle ore 21:00

Serata “No ai CPT: Né qui Né altrove!!”

Proiezione di “Mare nostrum” di Stefano Mencherini,

film-inchiesta sulla legge Bossi/Fini/Mantovano

Seguirà il dibattito a cui parteciperanno:

Il regista del film Stefano Mencherini, giornalista indipendente

Giuliano Giuliani

Anna Maria Tonioni, legale del Bologna Social Forum, esperta di diritto dell’immigrazione

Testimonianze di alcuni migranti

Coordina la serata Beatrix Nagy, dell’Associazione Immigrati nel Polesine

S.I.P. Comitato Questo Mondo Non è In Vendita – No ai CPT Via M. D’Azeglio, n 4 – 45100 Rovigo