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da Corriere di Como dell'11 febbraio 2004

Voto agli immigrati. Rallo e Lega contro l’Udc

Maggioranza in grave difficoltà sul voto agli immigrati. Lunedì il centrosinistra, con l’appoggio determinante dell’Udc, è riuscito ad approvare la sua mozione per modificare lo statuto comunale e far partecipare gli extracomunitari alle elezioni. E, pochi istanti dopo, il trio formato da Centrosinistra-Udc-Andrea Bernasconi (An) ha affossato la mozione leghista tesa ad impedire ogni concessione elettorale agli immigrati.
Un doppio colo per l’opposizione, quindi, mentre tutta Forza Italia, la Lega e gli esponenti di An (tranne Bernasconi) hanno abbandonato l’aula per far mancare il numero legale. Un’iniziativa rivelatasi perdente, soprattutto per l’intuizione del consigliere Ds Vincenzo Sapere. Il quale, quando il tabellone luminoso di Palazzo Cernezzi ha segnalato la presenza di soli 20 consiglieri al momento dei due voti, ha rispolverato una norma regolamentare in cui è affermato che, in caso di assenza del sindaco dall’aula, la maggioranza richiesta per il numero legale e per dare regolarità alle votazioni è della metà dei consiglieri presenti. E, lunedì, 20 bastavano. Un numero minimo raggiunto al momento del voto sulla mozione pro-immigrati con i sì dell’opposizione in aula, più 3 Udc, mentre il presidente del consiglio comunale, Mario Pastore, ha espresso l’unico voto contro.
E al voto della mozione anti-immigrati, quella leghista, erano presenti tutta l’opposizione, ancora l’Udc e il consigliere di An, Andrea Bernasconi. E tutti hanno votato no, con il gruppo leghista inspiegabilmente fuori dall’aula a vedere colare a picco la sua mozione.
Ieri, dopo la notte di fuoco, è stato il giorno dei veleni. Pesantissime le prese di posizione di Forza Italia e Lega contro l?Udc. «Ancora una volta l?Udc ha messo zizzania nel centrodestra con un atteggiamento assurdo – ha detto il capogruppo azzurro Roberto Rallo – È bene che i suoi elettori conoscano il vero volto di questi individui, sempre pronti a mettersi al fianco della sinistra».
Violenta anche la reazione della Lega Nord: «A Como come a Roma i democristiani si dimostrano tali tradendo lo spirito della Casa della Libertà e ponendosi di fatto fuori dalla stessa – si legge in un comunicato ufficiale – La Lega denuncia e condanna il loro atteggiamento e il voto a favore di Rifondazione Comunista, che pone la necessità di una riflessione politica seria e approfondita». Poi l’affondo: «Ci chiediamo se considerare l’Udc come una componente della maggioranza oppure come un partito disponibile a schierarsi fuori dall’alleanza ogni volta che fa comodo».
Chiudono la morsa, le parole del capogruppo di An, Claudio Corengia: «L’Udc si è vendicata perché An non ha votato la sua mozione sulle file davanti alla Questura degli immigrati. E’ un atteggiamento infantile. Quanto a Bernasconi si assume le sue responsabilità».
«Io non ho fatto altro che difendere la politica di Gianfranco Fini per il voto agli immigrati – ha ribattuto Bernasconi – Saranno gli altri a dover spiegare perché non lo hanno fatto».
A tutti gli attacchi, il capogruppo dell’Udc, Pierangelo Gervasoni, ha risposto a tono. «Noi votiamo le mozioni che condividiamo e nulla a scatola chiusa. Quella del centrosinistra era condivisa dal nostro gruppo e l’abbiamo appoggiata, quella leghista negava i diritti civili e l’abbiamo bocciata. I nostri alleati facciano l’esame di coscienza prima di accusarci di tradire la maggioranza, anche perché lunedì abbiamo dimostrato a chi dice che contiamo poco che a volte 3 voti valgono più di 11», ha detto riferendosi a Forza Italia.
Entusiamo nel Centrosinistra. «L’esito del voto produrrà avanzamenti positivi in termini di diritti e fratellanza – ha detto il capogruppo di Rifondazione, Renato Tettamanti – Un ringraziamento sentito va all’Udc». Giovanni Moretti (Nuova Como) ha rimarcato «il grande successo figlio del buon senso di chi, come l’Udc e Bernasconi, crede nella solidarietà e nel dialogo e non agli steccati ideologici».