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Bari – No alle discariche umane: le persone non sono immondizia

Assemblea pubbblica 13 marzo

Chi vi è rinchiuso è volutamente reso invisibile: non a caso questi luoghi sorgono alle periferie delle città o in aperta campagna.
Anche il centro che stanno costruendo a Bari ha queste caratteristiche: lontano dal centro abitato, vicino a siti militari e di polizia.
Inaccessibile e invisibile dalla strada pubblica, occultato dalla Cittadella della Finanza nel quartiere San Paolo, si sta cercando di tenerlo nascosto alla città fino a quando non sarà operativo.
I costi di questa struttura si aggirano intorno ai 5.000.000,00 di euro ed è prevedibile che la sua gestione sarà altrettanto costosa, come per altri centri di permanenza italiani.
Invece a Bari mancano spazi di aggregazione ed è inesistente una politica sociale di ridistribuzione delle risorse.
Bari non ha bisogno di ulteriori luoghi di reclusione, né di ulteriori investimenti in operazioni di facciata; questi centri sono imposti dall’alto, senza alcuna considerazione dei bisogni dei territori in cui vengono costruiti e della volontà dei cittadini di non ospitare sul territorio nessun luogo di privazione del diritto.
Rifiutiamo la presenza di un centro di permanenza temporanea, benché previsto da una legge; Scanzano ha dimostrato che la presa di parola della gente può impedire l’attuazione di scelte legislative ingiuste.
Non possiamo accettare che la nostra regione diventi una discarica anche di esseri umani.
Vogliamo che i lavori di costruzione siano bloccati, che un altro mostro giuridico non compaia sul nostro territorio, che tutti, le istituzioni locali, il mondo cattolico, le associazioni, i partiti, i singoli cittadini esprimano il loro dissenso, unendosi alle mobilitazioni del movimento in Puglia che in questi anni ha fatto emergere le contraddizioni insite nel sistema dell’accoglienza, svelandone i veri meccanismi.
Non è importante chi gestirà questa struttura (Prefettura, Croce Rossa o associazioni del terzo settore), perché, qui come ovunque in Italia, i cpt non sono centri di accoglienza per i migranti, ma di detenzione e pertanto incompatibili con una “gestione umanitaria” .
Tutto questo è possibile; altrove in Italia è già avvenuto sulla spinta dei movimenti che hanno aperto una campagna, anche europea, per la chiusura di tutti i centri di detenzione per migranti.
Così nel 1998 a Trieste l’allora ministro degli interni Russo Iervolino fu costretta a chiudere il centro dopo una mobilitazione ampia; la regione Marche ha dichiarato che il proprio territorio è incompatibile con un cpt; a Bologna il candidato sindaco Cofferati ha promesso la chiusura del cpt; a Crotone il senatore Ds Iovene ha chiesto la chiusura del centro dopo averlo visitato; la Regione Friuli e il Sindaco di Gradisca hanno rifiutato di ospitare un centro di permanenza.
Questi luoghi esistono dal 1998 ed è stato dimostrato che non possono essere riformati né migliorati; né qui né altrove.

Per questo sabato 13 marzo 2004 alle ore 10,00 invitiamo tutte e tutti a partecipare all’assemblea cittadina presso la Scuola Media “Lombardi” del Quartiere San Paolo a Bari.