Dalla Tunisia alla nostra provincia, candidato all’immigrazione clandestina per un amore gay. Che l’omosessualità debba far fronte a diversi impedimenti si sapeva, ma per scoprire che debba combattere anche contro le leggi relative all’immigrazione si doveva aspettare la protesta di Deborah e Andrè. Due giovani uomini, due diversi Paesi, un’unica difficile storia d’amore. A fare partire la denuncia è un ragazzo del Canicattinese, che preferisce non rendere noto il proprio nome, ma che chiameremo Deborah, rispettando il nome d’arte utilizzato nell’ambiente gay.
«Mi sono innamorata durante un viaggio in Tunisia – racconta -, un colpo di fulmine che non mi ha lasciato tempo per capire le difficoltà alle quali andavo incontro». Una storia di passione e sentimenti che tra telefonate, lettere e viaggi in Africa va avanti da oltre due anni. Finché sono andata io a trovarlo non ci sono stati problemi – racconta ancora il giovane evidentemente provato – ma quando abbiamo deciso d’incontrarci in Italia è iniziata la tragedia».
Da mesi per Deborah è un viavai continuo verso gli uffici preposti ad autorizzare quella che per Andrè dovrebbe essere una semplice vacanza. «Non c’è modo di farlo arrivare ad Agrigento, almeno per le vie legali, neanche seguendo l’iter normativo – dice stringendo tra le mani una foto che li ritrae teneramente insieme – l’unica soluzione che può portarlo tra le mie braccia sembra essere una carretta, come quelle che fanno arrivare in provincia migliaia di clandestini, ma rischia di morire in mare come atnti altri connazionali».
Una storia che rivela tutta la sua drammaticità nelle lacrime che accompagnano il racconto del ragazzo gay, al quale peraltro arriva la solidarietà di tutti gli amici omosessuali dell’hinterland. «Siamo pronti a inscenare una protesta anche uscendo fuori da quegli spazi ristretti del nostro mondo».
da La Sicilia on-line del 11 marzo 2004
Immigrato clandestino per amore di Chiara Ippolito
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