Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Tunisino di 23 anni cade dalla recinzione: ricoverato in gravi condizioni al Maggiore

Rivolta al CPT. La fuga finisce nel dramma

da Il Resto del Carlino del 19 aprile 2004

Bologna – Cercava di scappare dal CPT. Invece il giovane immigrato, un tunisino sui 23 anni, è scivolato, è caduto dalla recinzione interna – la “tettoia” delle rivolte – a quattro-cinque metri da terra. Ha battuto la testa ed era grave quando, verso le 22 di ieri sera, un’ambulanza lo ha trasportato al Maggiore, dopo i primi soccorsi. “Non ce la fa, ho sentito dire dalla dottoressa che forse non ce la fa. I poliziotti sotto battevano le sbarre della recinzione. Lui aveva le scarpe da tennis, è scivolato”. Così si dispera un compagno. Cronache dal Cpt di Via Mattei.
La prima avvisaglia di rivolta si è avuta verso le 21. Solito tentativo di scavalcare il ‘gabbione’, rientrato dopo 20 muniti. Mezz’ora più tardi il gruppo ci riprova. Con successo stavolta. Alcuni immigrati riescono a scappare.
Quanti? Non vuole dirlo nessuno. Di sicuro tra le 22 e le 23 diversi fuggiaschi sono ripresi e riportati dentro da volanti della polizia e da gazzelle dei carabinieri. Non hanno fatto molta strada: la solita fuga nei campi attorno al centro di permanenza temporanea.
Intanto è stata chiamata l’ambulanza. Il giovane tunisino ha battuto la testa: è grave. Esplode la protesta. In pochi minuti, dieci, venti forse trenta ospiti del Cpt escono dalle stanze e riempiono il cortile. Arrivano i rinforzi di carabinieri e polizia. Tensione. Sirene e lampeggianti. Grida. Auto che sgommano, ordini gridati. Una gazzella si mette di traverso su via Mattei.
Gli automobilisti rallentano e fanno la ginkana per passare. La gente non capisce quel che sta succedendo: o forse sì, ormai è così tutti i giorni.
Qualcuno urla “I caschi, portate i caschi!”. Dicono che gli immigrati siano armati di sassi e mattoni, insomma, di quel che trovano. Alla fine ci saranno anche due poliziotti contusi. Ma non sarebbero stati colpiti da oggetti: si sarebbero feriti leggermente nella colluttazione.
In tanto l’ambulanza esce dal cortile e si ferma davanti all’ingresso. Medici e infermieri vanno di corsa. Passano i minuti, si rincorrono le voci. La rivolta sembra rientrata. Gli altri ospiti dall’interno dicono che il ragazzo è gravissimo.
Quando l’ambulanza parte per il Maggiore – sono quasi le dieci di sera – il giovane tunisino è considerato un “caso critico”.
Verso le 23 ancora grida. Sembra la protesta di uno dei fuggiaschi appena riportato dentro dalla polizia. SI sentono le urla e il rumore di un oggetto che sbatte contro qualcosa di metallico. Il cortile del centro è sempre presidiato da poliziotti e carabinieri. E si prepara un’altra notte insonne.

ri.ba