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Regina Pacis: parte il Processo!!

Oggi 13 maggio si terrà la prima udienza del procedimento penale a carico del direttore del Centro di Permanenza Temporanea Regina Pacis, Don Cesare Lodeserto, di parte dei suoi collaboratori, di due medici e di alcuni carabinieri in servizio presso il centro. Si riportano qui stralci dell’ipotesi accusatoria formulata dalla Pubblico Ministero Carolina Elia, a carico di alcuni imputati. A partire dalle 15.00 sarà disponibile sul sito di RadioPaz la cronaca della giornata del processo con collegamenti telefonici e interviste a cura della redazione. Vi ricordiamo inoltre che è liberamente scaricabile da questo sito il video-documentario, a disposizione dell’autorità giudiziaria, sui fatti avvenuti all’interno del Centro, girato in occasione della manifestazione del 30 Novembre 2002 a San Foca. E’ inoltre disponibile on-line (sul sito http://www.imPAZiente.org) il primo numero del mensile l’imPAZiente dedicato proprio ad un’inchiesta sul “Centro di Don Cesare”. Per scaricare il video realizzato da Paz il 30/11/02 cliccate qui su “Lager di Stato“.

Per Don Cesare Lodeserto: “Pur avendo l’obbligo giuridico di impedire che gli operatori del Centro, direttamente sottoposti al suo potere disciplinare, usassero violenza nei confronti degli stranieri trattenuti, trovandosi in più occasioni ad assistervi, e comunque avendo la consapevolezza che ciò stesse accadendo, non impediva a G. Lodeserto, Vieru, Dokaj, Gozlugol, Mara, Sen di colpire con calci, pugni, spintoni, schiaffi ed altro i cittadini stranieri fuggitivi. – Abusava personalemente dei mezzi di correzione ai danni di Soiuden Montassar, Jdidi Feker, Yakoubi Ridha, Camisa Amid, Deli Mohamed, Lesmi Habib, Salem Mohamed, Benshine Mohamed, e in particolare unitamente a Vieru, G. Lodeserto, al carabiniere Alberga e ad altri carabinieri (allo stato non identificati), afferrava Souiden per i capelli e lo sbatteva ripetutamente con violenza sul muro, facendogli sbattere prima la nuca e poi la faccia in prossimità dello spigolo della porta, così gli cagionava un trauma cranico commotivo con vasta ferita all’arcata sopraccigliare sinistra; poi armatosi di un manganello in dotazione ai carabinieri in servizio, colpiva nuovamente Souiden sul volto, causandogli la rottura di due denti ed una ferita sotto al mento. – Unitamente ad alcuni carabinieri (allo stato non identificati) percuoteva Jdidi, Yakoubi, Camisa cagionando loro lesioni personali. -Sputava sul viso Salem. – Colpiva con le mani sul volto Deli e Lesmi (quest’ultimo vistosamente sanguinante al viso) dopo che gli stessi erano stati rintracciati e ricondotti al centro in manette. – Colpiva con uno schiaffo sul viso Benshine e strattonava Louro afferandolo per il cappuccio e spingendolo contro il muro, così unendosi al pestaggio, con conseguenze lesive, compiuto ai loro danni dai carabinieri D’Ambrosio e Ottomano. – Colpiva con uno schiaffo al viso Haddaj”. Per Francesco D’Ambrosio: “Unitamente ad alcuni carabinieri (allo stato non identificati), percuoteva Louro, Benshine Abedhadi, Salem e li costringeva ad ingoiare carne di maiale cruda (in violazione a quanto prescritto dalla loro religione), con violenze minacce consistite nel tenere ferme le vittime bloccando loro mani e piedi, nell’utilizzare il manganello e/o le dita per spingere la carne in bocca e nel prospettare ulteriori punizioni corporali in caso di disobbedienza. – Unitamente a D’Epiro Alessandro, Blasi Francesco, Di Pierro Mario, Fumarola Giovanni percuoteva Deli e lo costringeva ad ingoiare carne di maiale cruda, con violenza consistita nel tenerlo bloccato e nel ficcargli in bocca la carne con l’uso del manganello, così cagionandogli altresì lesioni personali”.
I fatti riportati parlano da soli nella loro crudezza e non necessitano di alcun commento. Si vuole solamente ricordare come l’orrore della guerra preventiva globale non sia separato dalle scelte di politica nazionale operate, tra l’altro, tramite la legge Bossi-Fini (peraltro oggi censurata sotto vari profili dalla Corte Costituzionale) che, a loro volta, si ripercuotono sul nostro territorio, colpendo la vita di esseri umani che hanno l’unica colpa di cercare una vita migliore. Si conclude con l’appello rivolto da Alessandro Santoro, prete della Comunità delle Piagge di Firenze, ai gestori dei C.P.T. (tra i quali la Fondazione Regina Pacis): “Mi rivolgo a voi che in questo momento state collaborando a mantenere la logica di detenzione dei C.P.T..Vi chiedo un atto di coraggio: ritirate i vostri operatori e la vostra realtà associativa dai C.P.T., dimostrando così la vostra presa di distanza da queste operazioni sporche e incivili. Di fronte alla vostra obiezione “piuttosto che lasciare la gestione dei Centri al Ministero è meglio occuparcene noi”, rispondo: non è più il tempo della scelta del male minore, è giunto il momento di fare pratica coerente e concreta di non violenza attiva, non affiancando le nostre menti, le nostre braccia e il nostro nome accanto a chi riduce l’uomo a un numero, una merce, un pacco fastidioso da restituire al mittente”.