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da Il Messaggero del 14 settembre 2004

Incendio e rivolta a Trapani: 8 arresti

TRAPANI – Incendio, rivolta e poi la fuga di massa. Come il copione già scritto e attuato più volte negli anni scorsi un gruppo di 25 immigrati clandestini ospitati nel centro di permanenza temporanea di Trapani “Serraino Vulpitta” ieri ha tentato l’evasione riuscendo a scavalcare le mura del centro e a disperdersi per le strade cittadine. Sono stati tutti ripresi e all’appello ne mancano solo due. Un altro momento critico è stato vissuto ieri a Crotone, dove circa 200 immigrati di varia nazionalità, provenienti da Lampedusa e trasferiti domenica con un ponte aereo al centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, all’alba si sono allontanati dalla struttura di accoglienza. Per le ricerche sono stati impegnati agenti della polizia, carabinieri e militari della Guardia di Finanza, che hanno riportato gran parte degli immigrati nel centro d’accoglienza.
La rivolta di Trapani è cominciata verso le 3,30 del mattino in una camerata del centro che ospita circa 50 extracomunitari giunti in Italia clandestinamente in attesa del riconoscimento e del rimpatrio. Una decina di immigrati hanno dato fuoco ad alcuni materassi che, essendo ignifughi, hanno sprigionato solo fumo. Polizia e carabinieri sono subito intervenuti facendo scendere gli extracomunitari al piano inferiore. Nei momenti di trambusto circa 25 uomini sono fuggiti calandosi al pianterreno da un balcone, ma sono stati subito ripresi.

Otto immigrati che hanno resistito all’arresto e hanno partecipato al tentativo di rivolta sono stati arrestati con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento. È stato lo stesso questore di Trapani, Domenico Pinzello, a coordinare nel centro di permanenza temporanea le operazioni per sedare la rivolta e fermare i fuggitivi. Secondo la polizia gli immigrati avrebbero tentato la rivolta perchè stanchi di essere tenuti nel cpt. La legge prevede che se i clandestini non vengono riconosciuti e rimpatriati entro 60 giorni vanno rilasciati con l’intimazione a lasciare il territorio italiano in 5 giorni. Durante la rivolta un poliziotto si è fratturato un dito della mano sinistra e un extracomunitario si è lussato la spalla sinistra dopo essersi lanciato dal primo piano del centro di accoglienza nel tentativo di scappare. Il cpt trapanese è uno dei più “caldi” d’Italia.

Negli ultimi 6 anni si sono registrati diversi tentativi di fuga, rivolte, sono stati appiccati incendi, tra cui quello gravissimo del 28 dicembre ’99 che provocò la morte di sei immigrati.
E anche ieri c’è stato uno sbarco di clandestini: ne sono giunti venti su un gommone a Punta Bianca, nell’agrigentino. Gli immigrati sono stati bloccati dai carabinieri e trasferiti nel centro d’accoglienza di Agrigento. A Lampedusa dopo il pienone dei giorni scorsi il cpt si va svuotando. Ieri 100 persone sono state imbarcate sul traghetto per Porto Empedocle e altre 160 sono state inviate nel cpt di Foggia. Nella struttura lampedusana rimangono 215 immigrati. Ma altri spostamenti sono previsti per oggi.
Il Viminale ha fatto sapere che sono costantemente controllati i 100 immigrati, trasferiti da Lampedusa ad Augusta e subito rilasciati col decreto di espulsione «per verificare che rispettino l’ ordine del questore di lasciare il territorio nazionale». Ma solo pochi di questi extracomunitari sono rimasti nella provincia aretusea. La maggior parte avrebbe lasciato Augusta per recarsi nel catanese e a Roma. I cento entro la notte tra giovedì e venerdì prossimi, dovranno lasciare l’ Italia. In caso contrario saranno bloccati e condotti in un centro temporaneo di accoglienza in attesa della decisione di un giudice di pace.