Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

da Il Manifesto del 3 aprile 2005

Cpt, movimenti in azione

Il 2 aprile, giornata di mobilitazione europea per la libera circolazione e per i diritti dei migranti, ha mandato su tutte le furie Beppe Pisanu. Per il ministro dell’interno, minaccioso come non mai, quella di ieri, e ieri l’altro, è stata solo «un’ignobile campagna condotta da alcuni gruppi della cosiddetta area antagonista che si è tradotta in gravi atti di teppismo e violenza contro sedi di compagnie aeree, strutture e associazioni di volontariato come le Misericordie che operano in maniera encomiabile presso i centri di identificazione e di permanenza temporanea per immigrati clandestini e richiedenti asilo». Il ministro annuncia anche il pugno di ferro. Non a caso, pur sapendo che le azioni di protesta erano state concordate in ottobre dal Forum alternativo di Londra, ha invitato le procure competenti ad accertare l’esistenza di un «piano associativo criminoso», collegato con «aree dell’eversione violenta». Cosa sarà mai successo? A parte qualche azione simbolica nelle sedi delle compagnie aeree che si prestano a deportare gli immigrati, l’azione che farebbe supporre a non si sa bene quale disegno criminoso si è svolta venerdì presso la sede modenese della confraternita Misericordia, la caritatevole associazione presieduta dal fratello del ministro Giovanardi che gestisce il cpt di Modena, luogo impenetrabile come tutte le nuove carceri per stranieri in via di espulsione (persone detenute, vale la pena ripeterlo, che non hanno commesso alcun reato). Per una scritta su un’ambulanza e un computer fuori uso sono stati arrestati un ragazzo e una ragazza del Laboratorio sociale Aq16 di Reggio Emilia. Li hanno arrestati mentre passeggiavano per la strada. «Chiediamo la liberazione immediata dei nostri compagni – spiega Lorenzo del Laboratorio AQ16 – e lunedì mattina organizzeremo un presidio al tribunale di Modena».

In altre città italiane, e nelle principali europee, con altre azioni «ignobili», come direbbe Pisanu, il variegato movimento antirazzista ha ridato visibilità a quei luoghi – sì ignobili – che simboleggiano la politica della fortezza Europa in tema di immigrazione. Tra le manifestazioni più riuscite, quella di Ragusa, con più di duemila persone in corteo arrivate da mezza Sicilia, tra cui molti stranieri e la comunità rom di Messina. Il cpt di Ragusa, dove sono detenute solo prostitute – minacciate da libere e umiliate da prigioniere – è stato visitato da una delegazione guidata da Achille Occhetto. Numerosa la partecipazione anche davanti al cpt di Gradisca (Friuli), dove circa mille persone, dopo aver simbolicamente strangolato con una catena umana il contestato cpt in costruzione, hanno raggiunto il confine con la Slovenia per violarlo con lo striscione Per la libertà dei migranti, libertà senza confini (sempre in Friuli, ieri, a Cormons, i Disobbedienti del nord est hanno occupato la sede della locale Misericordia, che probabilmente sarà chiamata a gestire il cpt di Gradisca). A Padova, invece, c’è stata un’incursione nel palazzo del comune, con i manifestanti che hanno tappezzato di striscioni la sede della giunta Zanonato, per ricordare ciò che è stato fatto per l’integrazione degli stranieri: nulla.

A Napoli più di 500 manifestanti, in rappresentanza di numerose comunità straniere, hanno sfilato per il centro storico, contro la legge Bossi-Fini e per chiedere la velocizzazione delle pratiche per il permesso di soggiorno. «Da quando è stato inaugurato il nuovo ufficio immigrati della questura la procedura per ottenere i permessi è ancora più lenta», ha spiegato Aboubakar Soumahoro, presidente della rete antirazzista campana; peccato che dopo il comizio – denunciano i militanti antirazzisti – si sia verificato un episodio «spiacevole», come direbbe il ministro Pisanu per moderare i toni: uno straniero, intervenuto sul palco degli oratori, in seguito è stato poco gentilmente prelevato da alcuni agenti in borghese e portato in questura per una chiacchierata, che pare essere stato poco amichevole.

E, per finire, Milano. Dove, grazie agli infaticabili militanti della campagna contro la deportazione dei rom Via Adda non si cancella, l’eurodeputato del Prc Vittorio Agnoletto è entrato nel cpt di via Corelli. E’ stata un’esperienza che non mancherà – questa è la promessa – di riferire a Bruxelles. «Quello che ho potuto verificare – dice Agnoletto – è incredibile: chiederò a una delegazione del Parlamento europeo di venire in Italia per visitare questi luoghi, dove è possibile che una donna bosniaca possa venire imprigionata per la quarta volta solo perché non ci sono accordi per l’espatrio nel suo paese, dove personale non medico seda gli stranieri con iniezioni di valium, dove ci sono immigrati che hanno in mano un contratto di lavoro a tempo indeterminato».

Dispiacerà al Viminale, ma ieri il «piano criminoso» si è compiuto anche a Barcellona, Brandeburgo, Monaco, Rotterdam e Copenhagen.