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tratto da Corriere Romagna

Rimini – Tossicodipendenze senza frontiere

Gli stranieri residenti nel Riminese sono più dediti all’uso degli stupefacenti di quelli del resto della Regione? Potrebbe sembrare interpretando semplicisticamente i dati resi noti stamane nel primo di quattro incontri predisposti dall’Ausl, per operatori del sociale, e svoltosi nella sede provinciale di corso d’Augusto.

Emerge infatti che “solo” il 5,1 per cento della popolazione provinciale è costituita da stranieri, con l’incidenza più bassa su base regionale. La media regionale è del 5,4 per cento ma nelle province dell’Emilia gli stranieri superano spesso il 7 per cento della popolazione. Però il 3,5 per cento degli utenti del Sert nel 2003 erano stranieri, e questa è la percentuale più alta di tutti i Sert delle Ausl regionali. In valore assoluto, sempre nel 2003 i Sert riminesi hanno assistito 34 stranieri, con un’impennata rispetto agli anni precedenti, quando non si superavano le 2-3 persone. Insomma, nonostante la percentuale di stranieri, comunitari e non, residente in provincia di Rimini, sia la più bassa in Regione, i Sert riminesi hanno l’incidenza più alta, in Emilia-Romagna, di afferenti stranieri (sempre senza distinzione tra quelli dell’Ue e gli extracomunitari). Significa che per gli stranieri Rimini è un territorio in cui vi sono più opportunità di trovare, e usare sostanze stupefacenti? Gli operatori del Sert non si spingono su questa interpretazione, fanno però notare che, “procedendo di questo passo, tra poco il problema rischia di diventare davvero spinoso – osservano la responsabile, dottoressa Daniela Casalboni e il sociologo del Sert Alessio Saponaro -.

Dobbiamo prepararci, e preparare gli operatori”. In particolare l’aumento degli utenti Sert stranieri degli ultimi anni è costituito da extracomunitari.Al di là del dato è poi interessante notare come “la sostanza più usata dagli stranieri risulta essere la cocaina”. Quanto alle nazionalità, salta fuori che gli immigrati dall’est europeo sono quelli maggiormente dediti all’alcol. I maghrebini, si portano dietro una “tradizione” di uso dei cannabinoidi. Ma si stanno iniziando a vedere anche i primi africani, o comunque persone di religione mussulmana, che abusa di alcolici. A riprova che “l’uso di sostanze psicotrope negli stranieri può essere di due tipi: comportamenti che si portano dietro (l’alcol per quelli dell’est appunto) o la possibilità di nuove trasgressioni proibite nei loro paesi di provenienza”.