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da Il Manifesto del 21 giugno 2005

Bologna, stupro nel parco. Parte la caccia ai rumeni

Non dicono dove vanno ma fanno capire che sanno dove andare. Gli investigatori bolognesi mantengono il riserbo sulle indagini ma dalle parole del procuratore Enrico Di Nicola si capisce che non sono ad un punto morto: «Abbiamo speranze molto concrete di arrivare ai responsabili. Gli investigatori stanno lavorando bene». L’inchiesta per individuare i due uomini che hanno violentato una quindicenne nel parco di Villa Spada sabato pomeriggio, sotto gli occhi del fidanzato di 17 anni immobilizzato, si arricchisce di due nuovi elementi: gli identikit e un motorino. Agli identikit degli aggressori stanno lavorando gli uomini della Squadramobile e, se lo richiederanno le esigenze investigative, potrebbe essere diffuso nelle prossime ore. Ma, ha spiegato Di Nicola, «l’identikit non mi basta». Il motorino è una delle cose rapinate ai due ragazzi durante l’aggressione. La polizia lo ha individuato e sequestrato poche ore dopo l’aggressione. Il «cinquantino» del diciassettenne è stato ritrovato nel centro della città, ma sul «come» procura e squadra mobile non hanno voluto fornire dettagli, seppure né confermando né smentendo la versione circolata in ambienti investigativi secondo cui il motorino è stato intercettato da un’auto della polizia che aveva a bordo anche il diciassettenne. Sempre secondo questa ricostruzione, in sella al mezzo c’era un uomo che, quando si è accorto della polizia, si è allontanato correndo.

Intanto è continuato il via-vai davanti agli uffici della Questura di ragazzi dell’est europeo accompagnati negli uffici della mobile per controlli. Tra questi anche sei-sette personeindividuate all’interno di Villa Salus, la struttura nel quartiere Savena dove sono stati alloggiati i clandestini sgomberati nei mesi scorsi dal «Ferrhotel», palazzo dismesso e occupato in via Casarini. Al 113 ancora nessuna segnalazione da parte di eventuali testimoni presenti nel parco sabato pomeriggio, ha spiegato il Questore Francesco Cirillo,che domenica aveva lanciato un appello. Il fatto ha «un po’ deluso» il procuratore Di Nicola che l’ha messo in relazione con un cambiamento di clima in città. «I due ragazzini non erano appartati – ha osservato Di Nicola – erano in mezzo a Villa Spada, alle 17.30 di un sabato pomeriggio. Non so se ci fossero delle persone, però penso logicamente che a quell’ora di sabato ce ne potessero essere molte. Se così fosse qualcuno potrebbe aver visto i due violentatori che costringevano la coppia a spostarsi e non è intervenuto. Questo mi ha colpito e mi lascia un po’ deluso. E’ anche questo l’individualismo su cui mi ribello. E’ quasi da sperare che non ci fosse nessuno. Ma se c’erano dei testimoni – ha aggiunto – ho ancora la speranza che si facciano vivi». E le dichiarazioni di domenica del Procuratore («Coloro che commettono attività delinquenziali traumatiche vedono che i valori della legalità mancano alla classe dirigente: fino a quando sarà così non avranno di certo degli esempi da seguire. Quando si dice, ad esempio, che il 40%della ricchezza sommersa rappresenta un bene per il paese perché in questo modo noi ci svilupperemo, io ritengo che si dica qualcosa che non può essere conforme ai valori costituzionali») hanno provocato accese reazioni da parte del centro-destra. Se Fabio Garagnani (Fi) ha chiesto le sue dimissioni e ha parlato di «affermazioni indecenti» e di «attentato alla Costituzione», il vicecoordinatore azzurro Fabrizio Cicchitto ha bollato Di Nicola di essere «fazioso» e lo ha invitato ad evitare «confuse analisi sociologiche». I laici della Casa delle Libertà al Csm stanno riflettendo se sollecitare l’intervento del Consiglio superiore della magistratura e accusano Di Nicola di aver commesso un’interferenza criticando «fuori contesto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi». Per il ministro leghista Roberto Calderoli «Freud potrebbe essere l’unico in grado di dare una giustificazione» alle dichiarazioni del procuratore. Un altro deputato della Lega Nord, Massimo Polledri, ha chiesto un giro di vite nei confronti delle comunità islamiche e la chiusura delle frontiere all’immigrazione islamica, mentre in città il partito di Bossi si è mobilitato per una manifestazione nel parco teatro della violenza. Il sindaco di Bologna Sergio Cofferati ha confidato «che ci sia la disponibilità da parte di tutti a evitare qualsiasi forzatura e strumentalizzazione, anche involontaria, perché il fatto è già molto grave, inquietante e interroga la nostra coscienza su ciò che è capitato ai due giovani cittadini».

di M. D. C.