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CPT – Quale futuro?

Un commento alle affermazioni del Ministro dell'Interno G. Amato

Forse il primo disegno di legge siglato dal nuovo governo in carica dal 17 maggio, in materia di immigrazione, sarà lo stanziamento di finanziamenti per la costruzione di nuovi CPT.
È questa la risposta del neo Ministro degli Interni Giuliano Amato al problema chiamato immigrazione. In un momento così delicato e drammatico, che ha visto l’avvicendarsi di continue tragedie come i corpi senza vita trovati impigliati nelle reti dei pescatori di Mazzara del Vallo, l’incendio della baraccopoli di Cassibile, fino alle rivolte che sabato notte hanno visto come protagonisti i detenuti, o come vengono chiamati dal ministro gli ospiti, del CPT di corso Brunelleschi a Torino, da cui sono fuggiti 17 immigrati.
Dopo tutto quello che è accaduto e che sta accadendo nei nostri territori ai cittadini stranieri irregolari o a chi arriva da lontano con mezzi di fortuna qui in Italia, il neo governo risponde non come da programma, non come aveva annunciato già in campagna elettorale, cioé attraverso il superamento di queste strutture lager, ma con l’apertura di nuovi centri di detenzione o ampliando quelli già in uso.
Ma forse possiamo sperare e tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda la costruzione di nuovi lager dal momento che il Viminale è al verde.
Questo, però, non vale per i progetti di ampliamento delle strutture già esistenti.
Infatti è di questi giorni la notizia dell’attesa, da parte del sindaco di Torino Chiamparino, di un incontro con il ministro Amato per procedere alla ristrutturazione del CPT di Torino e ad un eventuale ampliamento del Centro.
Queste sono le premesse, i primi passi che questo governo sta muovendo verso il tema dell’immigrazione, e siamo curiosi e ansiosi di vedere le prossime mosse sul provvedimento che dovrà dare la possibilità agli esclusi dal precedente decreto flussi di regolarizzare la propria posizione in Italia.