Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Superamento dei CPT?

Comunicato stampa del Gruppo Migranti Torino

Coerentemente con il significato della parola “superamento“, sabato scorso 17 migranti hanno praticato il “superamento” del (muro del) Centro di permanenza temporanea di Torino ed hanno riconquistato la libertà.

Questa è, senza dubbio, una reale pratica di superamento dei Cpt e, fino ad oggi e nonostante gli impegni elettorali, l’unica che i migranti abbiano a disposizione.
Oggi assistiamo increduli al dibattito che si è aperto sui giornali di Torino in
seguito alla rivolta della scorsa settimana nel CPT di c.so Brunelleschi.
Stando alle dichiarazioni del prefetto e del sindaco, d’accordo con gli inviati del
ministero degli Interni, il centro di c.so Brunelleschi sarebbe prossimo al raddoppio, i fondi sarebbero in buona parte stanziati e i lavori dovrebbero avviarsi entro un mese al massimo. Mentre il ministro Ferrero promette un nuovo decreto flussi e lascia intendere di voler dare corso agli impegni elettorali per quanto riguarda il progetto di “superamento” dei Cpt (per altro assai ambiguo così come formulato in sede elettorale), a Torino qualcuno con questa parola ha inteso un netto “superamento” delle attuali dimensioni e capacità del CPT ed anche un consistente aumento dei budget impegnati.
Per fare questo, Chiamparino come al solito di chiama in causa emergenze planetarie, leggi europee, questioni di sicurezza nazionale, ma è ora che la
smetta! I centri di permanenza temporanea rappresentano il sistema per il concentramento di persone che la legge italiana condanna alla clandestinità prima e dopo il trattenimento. Un sistema perverso che si regge su una legislazione parallela, fondata, a sua volta, sulla differenza di status giuridico tra cittadino italiano e cittadino migrante. Un sistema che coniuga perfettamente lo sfruttamento del lavoro migrante (come lavoratori in nero nelle fabbriche, nei cantieri, nelle nostre case) e la sua precarietà di vita e che comporta la privazione della libertà per decine di migliaia di persone che non hanno pendenze verso la giustizia, la loro deportazione da un capo all’altro del paese e, per alcune di loro, l’espulsione verso paesi che già una volta hanno lasciato per costruirsi un futuro migliore.

La “clandestinità” deve essere sconfitta facendo ricorso a forme di regolarizzazione permanente dimensionate sulla reale presenza di migranti sul nostro territorio, siano essi lavoratori, studenti, occupati saltuari e/o disoccupati in cerca di occupazione, congiunti di migranti. La montagna di denari sprecati per mantenere in vita il sistema concentrazionario dei cpt deve
essere investita per finanziare opere e progetti di garanzia dei diritti di cittadinanza, progetti abitativi, forme di reddito per tutti.

Mentre la politica si mette d’accordo per immaginare un “superamento” dei Cpt (che per noi non può che equivalere alla loro chiusura definitiva, che dia la possibilità di un ripensamento generale delle leggi sull’immigrazione), è impensabile che lo stato e l’amministrazione cittadina impegnino un solo euro su corso Brunelleschi ed è invece necessario che il centro venga chiuso immediatamente.