Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

La vostra misericordia uccide

Comunicato sulla morte di Mohamed Aloui del Centro sociale TPO Bologna

Bologna ad agosto è un’altra città: vuota, silenziosa, pulita e decorosa.
Il Sindaco ne deve essere soddisfatto, niente studenti con le birrette in mano, niente punkabbestia che bivaccano, niente collettivi che lottano e niente pusher a spacciare.

Il degrado è andato in vacanza, ma forse non del tutto. Questa volta viene dalla lontana periferia, dal CPT di Via Mattei. Domenica pomeriggio un “ospite” (così lo ha chiamato la Direttrice del centro Anna Maria Lombardo) si è preso la libertà di morire senza chiedere il permesso, il che ha scosso la Direttrice, gli/le operatori/trici della misericordia e i carabinieri di guardia, preoccupati anche per una protesta degli altri “ospiti”.

Della vita e della morte di quest’uomo sappiamo poco e niente: si chiamava Mohamed Aloui, aveva trentasei anni e veniva dalla Tunisia. Non sappiamo perchè avesse lasciato le bianche spiagge tunisine, piene di italiani in vacanza,
per venire in Italia e diventare un uomo illegale. Sappiamo che era stato in prigione per droga, e pare che fosse un ex tossicodipendente. Era stato portato recentemente al S. Orsola, non si capisce se per le emorroide o l’epilessia. Forse è morto in overdose o forse non gli sono state prestate le cure necessarie. Per ora ci sono solo ipotesi. Quello che sappiamo è che chi è detenuto in un CPT ci si trova perchè gli manca un pezzo di carta che ne attesti la laboriosità, l’onestà e la produttività (ma in fondo neanche questo è certo, è già successo che migranti col permesso di soggiorno in regola ma gelosamente custodito in un cassetto vi venissero rinchiusi). Sappiamo anche che è già successo che in altri CPT morissero degli “ospiti”, ma Bologna è la prima volta. I media ci dicono poco di lui, ma si sono subito prodigati a farci vedere l’umanità dei carcerieri avviliti, ci hanno riportato le parole dell’Onorevole di Forza Italia Garagnani che chiede di non strumentalizzare il dramma, e di Daniele Giovanardi, presidente della Misericordia (la confraternita/ditta che
gestisce i CPT di Bologna e Modena e che percepisce 72 euro al giorno per ogni persona incarcerata) che afferma che nel centro ci sia un giro di droga che riesce a scavalcare i carabinieri di guardia, il muro con filo con filo spinato, diverse cancellata, l’assenza di contatti con l’esterno,
e infine ci hanno mostrato quanto è bello e umano il CPT di Modena (che quasi ti viene voglia di andarci in vacanza). A nostro parere i CPT degradano gli uomini e le donne stranieri/e a corpi illegali, senza identità, sentimenti e passioni, in balia della burocrazia, in ostaggio dello Stato come caparre per acquietare le paranoie securitarie (create dallo stesso) degli onesti indigeni. Ne siamo certi che non sarà una branda più comoda, del cibo migliore o una ludoteca a ristabilire lo status di essere umano. Queste concessioni servono a placare le coscienze più democratiche e a gestire meglio corpi che per quanto si vuole negare
sono comunque persone. Il sindaco si è più volte scagliato contro il degrado presente dentro le mura antiche della città, ma ancora non ha speso una parola contro questa fabbrica di umiliazione, negazione, e ora anche di morte che trova ospitalità nella sua decorosa città.

I CPT non vanno superati, modificati, umanizzati…vanno eliminati!