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da La Repubblica del 13 settembre 2006

Italia-Libia, al via una task force per bloccare le navi dei clandestini

ROMA – Una task force Italia-Libia per bloccare le «carrette del mare» in partenza dai porti libici. È l’iniziativa presa ieri dal Viminale, per contrastare i flussi di immigrati irregolari. Agenti italiani affiancheranno i poliziotti di Tripoli nel tentativo di fermare i clandestini, prima dell’imbarco.

La Libia costituisce una formidabile via di transito per i migranti dell’Egitto, dei Paesi del Corno d’Africa e del Sub continente indiano, che intendono raggiungere l’Europa. «Uno dei principali centri di raccolta – scrive nel 2004 il vicecapo della polizia Alessandro Pansa, già direttore centrale dell’immigrazione – è localizzato nell’area di Al-Kufrah, 950 chilometri a sud di Bengasi. I clandestini raggiungono poi diverse località della Tripolitania e della Cirenaica, dove ricevono l’aiuto dei connazionali». La storia delle relazioni italo-libiche è lunga. «Una Unità nazionale italiana a Tripoli – spiega Pansa – è operativa dal maggio 2003, per interventi contro le reti criminali, che gestiscono il traffico di immigrati». Nel 2004 le relazione tra i due Paesi subiscono una battuta d’arresto. Gheddafi chiede all’allora premier Berlusconi la ricostruzione dell’antica via Balbia: la litoranea lunga 1.700 chilometri, costruita da Mussolini. La spesa si aggira attorno 3 miliardi di euro, una cifra molto superiore ai 62 milioni del costo dell’ospedale, che il primo ministro italiano era pronto a offrire. Ora, in base all’accordo di ieri tra Viminale e funzionari di Tripoli, agenti della polizia italiana parteciperanno alle operazioni di una speciale task force sulla costa africana, con il compito di bloccare le imbarcazioni di clandestini. Non solo. Il Viminale ha annunciato l’arrivo a Roma di un esperto della polizia libica, che farà da ufficiale di collegamento. Nel 2005 sono stati 23 mila gli immigrati sbarcati sulle coste italiane: la maggior parte proveniva dal Nord Africa.

Analogo accordo, quello firmato ieri a Madrid, dal ministro dell’immigrazione spagnolo e il suo collega mauritano. Cartellino rosso all’Italia arriva intanto da Human Rights Watch, che punta il dito contro il governo Berlusconi, per le «violazioni al diritto internazionale» compiute tra il 2004 e il 2005 dall’Italia, che ha «espulso in Libia 2.800 migranti».

VLADIMIRO POLCHI