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da La gazzetta del Mezzogiorno del 2 luglio 2008

Bari – Minirivolta nell’ex Cpt di S. Paolo

S’infiamma l’ex Cpt. Ora si chiama Centro
di identificazione e di espulsione, ma
l’aria che si respira è la stessa di sempre.
L’altra sera (la notizia è trapelata soltanto ieri)
c’è stata una minirivolta all’interno della
struttura sorta al quartiere San Paolo e che
trattiene stranieri irregolari e da espellere.
Un gruppo di algerini, una cinquantina, ha
inscenato una protesta e ha tentato la fuga.
Motivo? Il timore che una volta espulsi e costretti
a tornare nel Paese d’origine siano
perseguitati.
Sembra che la rivolta sia scoppiata dopo
che per le operazioni di identificazione siano
stati interpellati rappresentanti del consolato
algerino in Italia a Rom. Il gruppo aveva chiesto
il riconoscimento della protezione internazionale
(non si parla più di asilo politico),
riconoscimento che avrebbe bloccato l’espulsione. In punta di legge nell’ex Cpt ci erano
finiti perché non in regola. Sono arrivati a
Bari da Cagliari. Ma una volta trattenuti,
hanno saputo di poter chiedere la protezione.
Il diniego è arrivato dopo che si è pronunciata
la Commissione territoriale per il riconoscimento
della protezione umanitaria, commissione
che adesso è stata istituita anche a Bari
(prima ne operava una per tutta la Puglia, nel
Centro di identificazione di Borgo Mezzanone
a Foggia). Il diniego dato dalla Commissione
sembra sia alla base della protesta. Non unica.
Perché sembra che qualche giorno fa per
gli stessi motivi la tensione è salita questa
volta coinvolgendo un gruppo di nigeriani. In
nessuno degli episodi, fanno sapere dalla
Questura, si sono registrati feriti.
Se l’ex Cpt ribolle, anche nel Cara di Palese
(Centro d’accoglienza per richiedenti asilo, ex
Cpa) la tensione si taglia a fette. Ieri mattina,
proprio in Prefettura, sotto l’egida del responsabile
del Cara, l’ex generale dell’aeronautica, Giovanni Mazzone, si è tenuto il
primo incontro tra i gestori del Cara («Auxilium
»), i rappresentanti della Prefettura e
dell’Ufficio imigrazione della Questura (Luigi
Paladini) e i delegati di alcune associazioni
«di» e «per» immigrati. Un tavolo che Mazzone
ha concertato con l’assessore comunale
all’Accoglienza, Pasquale Martino, anche
lui presente all’incontro. All’appello di Mazzone
e Martino hanno risposto l’associazione
interetnica «Etnie», l’Arci e il Gruppo lavoro
rifugiati (Glr).
In sostanza saranno proprio i rappresentanti
di queste associazioni a strutturare un
gruppo di orientamento giuridico, sociale e di
mediazione interculturale all’interno della
struttura affiancando i servizi già predisposti
dall’ente gestore e, come da convenzione,
dall’Acnur (l’Agenzia rifugiati dell’Onu). Un
risultato importante perché l’orientamento è
programmato per evitare che i rifugiati in
uscita dal Cara, sia quelli col diniego della
protezione umanitaria sia quelli col riconoscimento,
non sappiano dove andare nè con
quali mezzi e risorse continuare il loro percorso
migratorio. Insomma, il nodo è la seconda
accoglienza affidata allo Sprar (Servizio
centrale del sistema di protezione per
richiedenti asilo e rifugiati). Martino farà
richiesta che nelle strutture di Bari (gestite
dall’Arci per i nuclei familiari e gli adulti, e
dalla cooperativa sociale Csise per i minori
non accompagnati) i posti siano aumentati.
Quello che bisogna scongiurare è che si ripresentino
le scene degli altri anni: e cioè che
gruppi di stranieri girino senza meta nè soldi
in città, facile preda della malavita interessata
a manodopera criminale a basso costo.
Di rifugiati e in genere di immigrati con
particolare riferimento alla situazione degli
stagionali in Capitanata, ma anche delle badanti
e degli altri lavoratori costretti a attese
interminabili nelle questure (Bari in testa)
per mettersi in regola coi documenti, si parla
nel pomeriggio alle 16 all’Hotel Excelsior (in
Via Giulio Petroni) nella prima conferenza
regionale sull’immigrazione della Cgil. Ai lavori,
introdotti dalla segretaria regionale Cgil
Francesca Abbrescia, partecipa il presidente
della Regione Nichi Vendola mentre le
conclusioni sono affidate alla segretaria nazionale
Cgil, Morena Piccinini.

Gianluigi De Vito