Quarantacinque nuovi arrivi sulla costa di Otranto: è stata un’altra notte di sbarchi quella conclusasi nella città dei Martiri. Vagavano sulla terra, in zona Alimini, dopo una lunga traversata in mare a bordo forse di una barca a vela (di cui non vi sono tracce) e dopo essere stati costretti a gettarsi in acqua dagli scafisti in prossimità della riva.
Sono stati recuperati dalla polizia di Stato, tra il Club Med, Conca Specchiulla e Baia dei Turchi, intorno alle 3 del mattino: infreddoliti, stressati dal viaggio e con i vestiti completamente inzuppati. Di loro si conosce davvero poco e la provenienza, come spesso accade, è mista: ci sono curdi, afghani, iracheni, ma anche diversi somali. Ma il dato più importante appare la forte presenza di minori, ben 17 registrati con un’età inferiore ai 12 anni: in realtà, però, la maggior parte ha tra i 4 e i 5 anni. Tra di loro, un piccolo di appena 9 mesi.
Ventidue gli uomini, recuperati in due gruppi distinti nel corso delle operazioni: 15 sarebbero di nazionalità curda, afghana e irachena, i restanti 7 si dichiarano somali. 6, invece, le donne, di cui una in stato interessante. Le loro condizioni di salute, come spiegano i volontari della sala operativa provinciale della Croce Rossa, intervenuta sul posto coi propri mezzi congiuntamente e in piena sintonia con i sanitari del 118 di Otranto, sono piuttosto buone, considerando i disagi del lungo trasporto.
Riscontrati su tutti problemi agli arti inferiori, con patologie da freddo, dovute alla caduta in mare in prossimità dell’approdo. I 45 immigrati sono stati condotti al “don Tonino Bello” di Otranto, per agevolare le azioni di primo soccorso. Nel corso della mattinata, invece, sono state avviate le procedure di identificazione da parte degli agenti del locale commissariato di polizia. Nelle prossime ore e non appena le condizioni di salute di uomini e donne lo consentiranno, i 45 verranno condotti nelle strutture attrezzate del territorio pugliese.
