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La Francia in guerra contro i migranti

di Marina Nebbiolo

La campagna per l’elezione presidenziale del 2012 si gioca sulla questione
Lotta all’immigrazione irregolare-Islam, le conseguenze sono immediate e
la Polizia di frontiera (PAF) è stata inviata al fronte come i piloti che
stanno bombardando Libia e Costa d’Avorio esibendo gli ultimissimi modelli
della prestigiosa industria militare francese.

Grandi investimenti devono tradursi in risultati visibili nel corso
del 2011 perché il tempo stringe. Prefetti e generali mandati in missione
sono chiamati a fornire cifre rassicuranti. Alle frontiere, gli intenti
sono dichiarati attraverso i numeri, liste e obiettivi da raggiungere ogni
mese con tanto di bilancio finale redatto entro la fine dell’anno, una contabilità che
misura, ai confini nazionali, i respingimenti di cittadini stranieri (verso
il paese di provenienza) e gli allontanamenti, cioé rimpatri forzati verso il
paese di origine.

Ma lo scorso 21 marzo il Consiglio di Stato, in attesa dell’applicazione
interna di una direttiva europea, ha invalidato provvisoriamente il
sistema di espulsione restituendo la libertà agli immigrati “in situazione
irregolare”. Una decisione della più autorevole giurisdizione
amministrativa che ha messo in crisi il governo perché rende inoperante
l’allontanamento dei sans-papiers almeno per i prossimi mesi. Il Cosiglio
di Stato considera che i sans-papier possono “appellarsi” alla direttiva
europea 115 (come in Italia) per ottenere la non-applicazione delle misure di allontanamento
dal territorio francese.

E la reazione politica è arrivata puntuale attraverso una campagna
mediatica che finisce per concentrarsi sull’accusa all’Italia, colpevole
di “offrire la Francia ai tunisini”, sulle prime pagine dei quotidiani
come Le Figarò, innescando la prevedibile polemica: secondo un rapporto
dell’agenzia tunisina TAP, il primo ministro Essesbi ha firmato un accordo
con il governo italiano che prevede la regolarizzazione di 22mila su 23mila tunisini in situazione irregolare sbarcati di recente in Italia,
“accordo inedito stipulato con il Presidente del Consiglio Berlusconi
lunedi scorso che permette ai titolari di questo permesso di soggiorno
umanitario di circolare liberamente nei paesi dello spazio di Schengen”.

Parigi contesta l’accordo tra Roma e Tunisi (in realtà si tratta di un decreto adottato autonomamente dall’Italia dopo l’intesa con Tunisi). Il neoeletto ministro dell’
Interno Claude Guéant, che da mesi istiga all’odio rincorrendo il Front
National e lancia campagne “La Francia ai francesi” con il pericolo
dell'”immigrazione senza controllo” che incombe sul paese, ha dichiarato
che non farà entrare i candidati che non rispettano le condizioni
richieste per il soggiorno temporaneo in Francia. Quei documenti non
evitano dunque il respingimento verso l’Italia perché, secondo il
ministero degli interni francese, per circolare “all’interno dello Spazio
Schengen, non basta avere un’autorizzazione di soggiorno in” uno degli
Stati membri, “sono necessari dei documenti di identità e, soprattutto,
bisogna giustificare le proprie risorse economiche”. Questa
interpretazione giustificherebbe la protesta sollevata contro l’Italia
presso l’Unione europea.

Il ministro degli interni Guéant commenta… la Francia “si felicita con
la Tunisia che entra in un’ era di libertà e democrazia, ma non intende
subire un’ondata di immigrazione di tunisini giustificata solo da motivi
economici” (AFP).

E scatta la circolare indirizzata ai prefetti dove vengono enumerate le
condizioni di ammissione per gli immigrati provenienti dall’Italia che
intendono restare in Francia per un soggiorno che “non superi i tre mesi”:
passaporto o permesso di soggiorno emesso da uno Stato dello spazio
Schengen, oppure autorizzazione provvisoria di soggiorno accompagnata da
un documento di viaggio emesso dallo stesso Stato membro.

Ma non basta,
questi permessi o autorizzazioni devono essere convalidati presso la
Commissione europea per gli Stati membri che li concedono e gli
interessati devono giustificare un reddito sufficente a soggiornare in
Francia.

La maggior parte degli immigrati arrivati alle frontiere francesi è stata
respinta, i pochi ‘scampati’ al filtraggio della Polizia di frontiera sono
in attesa del rilascio dei permessi di soggiorno temporanei, funzionari
laconici assicurano che “le procedure sono in corso” mentre il ministro
sottolinea che la legge di orientamento e di programmazione per
l’efficacia della sicurezza interna (Loppsi), votata di fresco, permette
di eseguire i controlli di indentità “all’interno di un’area di venti km”
lungo le frontiere. Assicura che questo nuovo strumento giuridico sarà
reso operativo “con tutti i mezzi necessari”.

Permesso temporaneo – La Francia: non entra chi non ha risorse economiche sufficienti
Protezione temporanea – Ecco il decreto. Escluso chi è entrato dopo il 5 aprile. Agli altri permesso umanitario per 6 mesi, richiesta entro 8 giorni