“Sembra sempre impossibile, finché non si fa” È questa citazione di Nelson Mandela, benché citarla possa sembrare un po’ audace, che riassume la manifestazione che si è tenuta oggi (domenica 22 novembre 2015 n.d.r.) tra la Bastiglia e République.

Una manifestazione inizialmente prevista per e da parte delle/dei rifugiate/i in lotta, a cui si sono unite diverse organizzazioni militanti e politiche di sinistra.
Ma ecco che voilà, a causa dello stato d’emergenza, la manifestazione non è più autorizzata e le/i sue/suoi partecipanti si espongono a rischi giuridici e ad una repressione di polizia certa. Le violenze della polizia durante le manifestazioni non autorizzate per la Palestina o per Remi Fraisse nel 2014 lasciano un ricordo amaro. Ci si dà l’appuntamento nonostante tutto.

Le manifestanti e i manifestanti sono ben decise/i a non lasciarsi dettare la condotta cittadina da uno stato che non ha mai trattato dignitosamente le/i rifugiate/i.
Ore 15. Inizio della manifestazione. Diverse centinaia di manifestanti sono là, nella Piazza della Bastiglia. Di fronte a loro, diverse dozzine di poliziotti, scudi alla mano, che li sorvegliano e li filmano a distanza. Ben deciso a marciare, come previsto, il gruppo si avvia. La marcia comincia in direzione di République.

Molto velocemente, i poliziotti fermano la testa del corteo, bloccando le/i manifestanti.
Il tono sale, si sente che i poliziotti sono tesi e che non sanno come gestire la situazione. Tentano di strappare uno striscione, prendono da parte qualche individuo, scappano colpi di manganello, diverse persone vengono intossicate e il gruppo parte correndo; sempre in direzione di Place de la République.
Inizia allora una maratona tra la polizia e le cittadine e i cittadini che non hanno voluto farsi mettere a tacere. Il corteo si mette a correre, poi riprende il fiato, poi si rimette a correre… il tutto ritmato dalle cariche delle forze dell’ordine. E poi, finalmente si distingue République. Un poliziotto allora si lascia sfuggire con la sua unità: “Là non si presagisce nulla di buono, arrivano…”. Superati dalla velocità a cui arriva il corteo, i poliziotti tentano di salvare la faccia e si posizionano intorno alla folla.

È ai cori di “li-ber-tà! Li-ber-tà!” o ancora “Stato d’emergenza – Stato di polizia” che il corteo arriva davanti ad una folla di curiosi. Mentre si raccolgono, diverse persone si allineano davanti al corteo per filmare quest’atto di forza, mentre alcuni si mettono persino ad applaudire queste/e manifestanti che hanno sfidato il divieto per cantare la Libertà. È la polizia che è di cattivo umore, quando un corteo arriva su una piazza piena di media provenienti dal mondo intero, cantando la libertà e portando una bandiera “Refugees Welcome”. Difficile applicare la direttiva che proibisce le manifestazioni durante lo stato d’emergenza.

Ce l’hanno fatta. Perché noi pensiamo che la paura non debba vincere sulla ragione. Perché noi pensiamo che si debba continuare a vivere e anche e soprattutto continuare a lottare per la dignità umana. Il Collettivo OEIL si unisce a queste donne e a questi uomini che hanno alzato la voce per farsi ascoltare. “Sembra sempre impossibile, finché non si fa” diceva Madiba. Ce l’abbiamo fatto in nome della libertà. Domenica 22 ottobre 2015, abbiamo marciato nonostante lo stato d’emergenza.