Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
//

L’antifascismo delle Canarie si organizza per accogliere i migranti in arrivo

Lidia Rodríguez, Público - 21 novembre 2020

Photo credit: Antifascistas Gran Canaria

Martedì scorso, 19 novembre, la polizia nazionale ha rilasciato 200 persone in situazione irregolare senza una sistemazione alternativa nella Plaza de La Feria (Gran Canaria). Data la lentezza del governo centrale e della delegazione governativa delle Isole Canarie nell’adottare soluzioni, sono stati gli stessi cittadini a organizzarsi per aiutare. Tra i gruppi che si stanno organizzando per gestire l’arrivo dei migranti, c’è l’Azione Antifascista di Gran Canaria.

In fretta e furia, il governo delle Isole Canarie e il consiglio comunale di Mogán si sono mobilitati per ricollocare i migranti che si trovavano in Plaza de La Feria all’interno delle strutture ricettive della Croce Rossa. Verso le 23:00 l’ultimo autobus ha finito di prelevare le ultime persone presenti in Piazza per trasferirle nelle strutture alberghiere. Mentre tutto questo accadeva, altre 2.600 persone rimanevano bloccate sul molo di Arguineguín.

Quando siamo arrivati, c’erano solo la stampa e un volontario della Croce Rossa

Quel pomeriggio si è distinta la rapida risposta del gruppo di azione antifascista di Gran Canaria. Uno dei membri del gruppo, che non vuole essere citato date le minacce ricevute dal gruppo tramite social, spiega come abbiano soddisfatto i bisogni primari di queste 200 persone fornendo loro acqua e cibo: “Eravamo preparati, siamo al molo di Arguineguín da diversi giorni. Quando abbiamo sentito la notizia attraverso i nostri canali di comunicazione, abbiamo deciso di recarci velocemente a Las Palmas, quando siamo arrivati sul posto c’erano solo la Stampa e un volontario della Croce Rossa“.

Il gruppo sottolinea che il coinvolgimento da parte degli abitanti è stato “molto positivo. Ci sono stati molti segnali di solidarietà” e aggiungono: “A poco a poco, attraverso WhatsApp e i social network, si sono radunate sempre più persone. C’erano circa 50 persone che portavano cibo e acqua. Molti sono venuti per lasciare il cibo e se ne sono andati perché non potevano restare“.

Incitamento all’odio

Il collettivo antifascista esprime preoccupazione riguardo al fatto che gruppi di estrema destra o fascisti stiano approfittando della situazione per radunarsi, questo sia a Tenerife che nell’isola di Gran Canaria. Uno degli esempi più facili da trovare sui social media è il gruppo Identitarios, divulgatore di messaggi xenofobi, i cui membri vengono costantemente incoraggiati a manifestare contro l’arrivo dei migranti.

Da Azione Antifascista di Gran Canaria viene segnalato che questo gruppo con seguito massiccio nella Penisola sta cominciando a farsi strada anche nell’arcipelago.

Il gruppo antifascista sottolinea che questi messaggi si aggiungono a quelli di VoxCanarias. Uno dei principali obiettivi organizzativi dei collettivi ultras è l’applicazione di messaggistica istantanea Telegram. Vox nelle Isole Canarie ha indetto una manifestazione attraverso i social network prevista per il 28 e 29 novembre a Santa Cruz de Tenerife “contro l’arrivo dell’immigrazione illegale“.

L’”immagine turistica”

I discorsi anti migranti tenuti nel molo di Arguineguín non sono di matrice unicamente fascista. Adrián Hernández della Piattaforma del quartiere di Arguineguín sottolinea: “I residenti della Piattaforma sono stanchi di sopportare questa situazione che va avanti da poco più di tre mesi. Arguineguín è una città di pescatori, il porto è il suo centro vitale a causa della cattiva gestione Governo, abbiamo dovuto sopportarne la chiusura. La nostra lamentela non riguarda solo il porto stesso, perché non è dignitoso lasciare delle persone in quelle condizioni. Non è degno per loro stare lì in primis, e non è degno per noi assistere a quello cui siamo costretti ad assistere“.

Una delle misure che ha causato più riluttanza è l’accoglienza dei migranti in hotel come soluzione alla mancanza di risorse. Su questo aspetto, la Piattaforma del quartiere di Arguineguín spiega: “La soluzione alberghiera era una soluzione temporanea per decongestionare il molo. Oggi sono 18 i complessi turistici che ospitano queste persone. Loro non hanno colpe, però adesso, ad esempio, ai turisti si dice che possono venire, ma prima devono sottoporsi a un PCR”.


Non è degno per noi assistere a quello cui siamo costretti ad assistere”.

Non credo che per le Isole Canarie o per la Spagna sia una pubblicità degna questa. I turisti che guardano la televisione nel loro paese e vedono come stanno le cose, esiteranno a venire“, risponde. Allo stesso modo, il rappresentante del CEOE a Tenerife, José Carlos Francisco, nelle dichiarazioni rilasciate ai media pochi giorni fa, ha sottolineato che la situazione creatasi non sta affatto aiutando “la necessaria ripresa turistica” nell’arcipelago.

Anche il sindaco di Mogán, OnaliaBueno, ha espresso il suo disagio sporgendo denuncia presso la Corte d’Istruzione numero 2 di San Bartolomé de Tirajana per le “condizioni subumane” in cui vivono i migranti sul molo. Motivo per cui, nella mattinata del 20 novembre, l’autorità giudiziaria ha effettuato un sopralluogo in darsena.

La sindaca è coinvolta in un presunto caso di corruzione a causa del presunto acquisto di voti durante le elezioni comunali del 2015 e del 2019, motivo per cui è stata arrestata lo stesso giorno in cui si è recata in visita al molo di Arguineguín, durante la visita dell’ex vicepresidente del Congresso, Ana Pastor (PP). Tuttavia, il sindaco ha attribuito il suo arresto alla posizione che stava assumendo riguardo alla gestione dell’immigrazione, per la quale ha affermato che: “far luce sulle falle dello Stato ha un prezzo”.