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“Tutte le morti sulle coste delle isole Canarie sono evitabili”

Diario de Fuerteventura, 26 novembre 2020

traduzione di Genny Caporalini

Dopo la tragedia di Orzola, l’associazione Entre Mares critica i politici che fanno “proposte lontane dalla situazione migratoria internazionale

L’associazione socioculturale Entre Mares si è riunita mercoledì [25 novembre n.d.t.] a Puerto del Rosario per esprimere “il più profondo dolore e solidarietà con le famiglie delle otto persone morte mentre cercavano di raggiungere le coste di Lanzarote”.

Durante la notte di martedì [24 novembre n.d.t.] sono morte otto persone dopo che la loro barca si è rovesciata a pochi metri dalla costa, nelle vicinanze del molo di Orzola. I sopravvissuti sono 28 e già martedì sono stati trovati quattro cadaveri e mercoledì mattina i restanti quattro.

Vogliamo mostrare la nostra tristezza per queste morti che dimostrano che in ventuno anni di morti sulle coste non è cambiato nulla” dichiara l’associazione, che ricorda anche che “ancora una volta sono le persone che non hanno niente da perdere che muoiono in mare”.

Non rimarremo in silenzio di fronte alle morti di esseri umani che cercano una vita migliore, più giusta, sicura e dignitosa” aggiunge l’associazione, con la presidente Faissal Ellatifi, che rimarca che i migranti “continuano a mettere in pericolo la propria vita per riuscire ad avere un futuro per loro stessi e per le loro famiglie”.

In un comunicato sottolinea che “da settimane e mesi stiamo assistendo a rappresentanti politici, ministri, segretari e responsabili di diverse organizzazioni umanitarie internazionali che girano costantemente per l’arcipelago mossi da questa cosiddetta crisi migratoria, denominata così da queste persone per nascondere di cosa si tratta veramente: una crisi umanitaria”.

L’associazione critica il fatto che vengano realizzate “proposte lontane dalla situazione migratoria internazionale” e fa notare che “la questione migratoria non è soltanto locale” ma “statale, europea e internazionale”.

L’associazione ribadisce che i politici “ogni giorno” cercano di “proteggere le frontiere, prendono provvedimenti per renderle blindate, per criminalizzare le persone che osano superarle, per mandarle in paesi dove i diritti delle persone valgono meno delle loro vite o nelle periferie insulari del territorio europeo per farle diventare campi di detenzione dove i diritti umani vengono violati lontano dai loro occhi”.

Tragedie come quelle di Orzola, sottolinea Entre Mares, “mostrano la disumanizzazione della politica, l’ipocrisia mascherata da buone intenzioni che sono lontane dall’intervento e dall’aiuto nei paesi d’origine, l’elaborazione di piani di sviluppo e cooperazione continuano a finanziare la blindatura delle frontiere”.

Non dobbiamo farci ingannare, tutte le morti nelle coste delle isole Canarie, dell’Africa e del Mediterraneo sono evitabili e qualsiasi discorso politico che lo neghi, evidenzia la mancanza di volontà, solidarietà e giustizia sociale” sottolinea.

Per l’associazione, “la società delle isole Canarie nella sua stragrande maggioranza non vuole che le proprie coste diventino luoghi di sofferenza, di abbandono di persone in situazioni di estrema necessità, di morte e di violazione sistematica dei Diritti Umani”. Al contrario, “le isole Canarie sono state e sono un paese di accoglienza, anche se altre voci vogliono far credere il contrario”.

Entre Mares lancia un appello alle ONG, alle associazioni, fondazioni e altre organizzazioni non governative delle isole Canarie, dello Stato e dell’Unione Europea per coordinarsi e “lavorare insieme per trovare soluzioni efficaci, solidali e umane affinché non ci siano più morti sulle nostre coste né su quelle di altri paesi”.