Semplicemente, fare informazione. Un dovere e, nello stesso tempo, un diritto sancito dalla nostra stessa Costituzione, all’articolo 21. Ma un dovere e un diritto che, quando si parla di CPR, vengono costantemente negati a tutti i giornalisti il cui accesso in queste che altro non sono che strutture di detenzione sotto altro nome, viene costantemente ostacolato con i pretesti più vari e… pretestuosi.
“Vien da chiedersi: cosa hanno da nascondere? – commenta il giornalista Stefano Gallieni -. Dopo più di dieci anni dalla famosa circolare emessa dall’allora ministro degli Interni, il leghista Roberto Maroni, che vietava l’ingresso a tutti i giornalisti, i Cpr rimangono ancora luoghi in cui i diritti sono sospesi ed il cui accesso viene impedito a chi fa informazione e ostacolato a chi, come i deputati o i senatori, esercitano il loro dovere ispettivo”. Con queste parole Galieni ha aperto questa mattina la conferenza stampa alla Camera dei Deputati 1, grazie alla disponibilità delle deputate Doriana Sarli e Yana Chiara Ehm (Gruppo misto), organizzata per lanciare l’appello a lasciar entrare i giornalisti nei Cpr il prossimo mercoledì 15 settembre.
Una iniziativa sposata da molti colleghi dell’informazione, oltre che da attiviste e attivisti per i diritti umani, che si sono detti disponibili a coprire con richieste di accesso tutti i vari Cpr d’Italia per una giornata dedicata alla trasparenza di queste strutture che, non di rado, finiscono sotto inchiesta da parte della magistratura per reati connessi alla gestione dei servizi. Una maggior trasparenza su come funzionano, o come non funzionano, questi centri, sarebbe senza dubbio un passo avanti per tutta la società e aiuterebbe a strutturare una politica di accoglienza molto meno costosa e, soprattutto, più giusta e utile al Paese.
Per vincere la resistenza delle varie Prefetture d’Italia ad aprire i cancelli dei centri di permanenza all’informazione, hanno promesso il loro sostegno alcune deputate come le sopracitate Sarli e Ehm, un senatore Gregorio de Falco (centro democratico) ed anche una eurodeputata come l’ambientalista Eleonora Evi di Europa Verde. Tutte disposte ad accompagnare dentro i giornalisti qualificandoli come “collaboratori”.
“Invito tutte le colleghe ed i colleghi ad aderire alla nostra iniziativa – ha commentato Stefano Galieni -. La circolare di Maroni all’inizio aveva destato molta indignazione. Anche l’ordine dei Giornalisti aveva protestato ed è nata da qui la Campagna LasciateCIEntrare. Un po’ alla volta però, l’interesse è scemato. Un silenzio che ha coperto anche i morti, più di una trentina, i tantissimi atti di autolesionismo ed anche tanti tentativi di suicidio. Adesso è il momento di sollevare la pietra tombale su questi carceri in cui vengono rinchiuse persone che, ricordiamolo, non hanno commesso nessun reato”.
Tra le tante richieste di accesso, regolarmente inviate con tanto di pec e fotocopia del tesserino dell’OdG, agli organi competenti per chiedere la possibilità di accedere il giorno 15 ai centri, l’unica ad avere avuto un riscontro è stata – che onore! – la mia, che avevo inviato alla Prefettura di Gorizia relativa al Cpr di Gradisca di Isonzo. La risposta è stata, come al solito, negativa 2. “Il predetto dicastero (cioè il dipartimento per le libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, ndr) – mi hanno ribadito – ha comunicato che in considerazione delle esigenze di tutela degli ospiti presenti nell’attuale contesto emergenziale sanitario non si ritiene opportuno consentire l’accesso”. Stando così le cose, ho inviato il mio Green Pass ma la risposta ancora tarda a venire. Quando riuscirò ad entrare, grazie all’eurodeputata Eleonora Evi, voglio togliermi la soddisfazione di verificare se le norme anti Covid sono rispettate all’interno del Cpr, con tante persone costrette a vivere assieme in spazi chiusi e affollati, e con che misure il ministero si prodiga per la “tutela degli ospiti presenti”.